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L'ora dei dubbi

Mercati meno convinti, ma la Fed taglierà comunque


Powell, a dire il vero, cerca di proporre una terza interpretazione di quello che la Fed vede e si appresta a fare. Questa interpretazione, che da alcune settimane propone in maniera diffusa e insistente, è che il quadro di fondo è solido e non preoccupante perché alla forte domanda di prodotti e servizi da parte di imprese e famiglie fa fronte un allargamento dell'offerta. Le scelte dell'amministrazione Biden sul petrolio (la produzione americana è al massimo storico e continua a crescere) e sull'immigrazione (7 milioni di immigrati tra 2023 e 2024, secondo l'autorevole e bipartisan Congressional Budget Office) permettono all'economia di crescere bene senza troppa inflazione e con un mercato del lavoro vivace ma non troppo teso.

Questa terza interpretazione, più strutturale delle altre due, sembra piuttosto convincente e ci induce a mantenere una posizione costruttiva sull'azionario allargato (non solo la tecnologia di punta, quindi) e non particolarmente preoccupata per i bond lunghi.
Biden e Trump, come abbiamo già sottolineato altre volte, sono presidenti che vogliono sostenere sia la domanda sia l'offerta, che non si preoccupano dei notevoli disavanzi pubblici ma che in compenso spingono al massimo i fattori di produzione, in particolare le fonti di energia (tutte, non solo le rinnovabili). Sono protezionisti, certo, ma in una prima fase il protezionismo porta reindustrializzazione e solo più tardi porta inefficienza. Trump vuole arginare (non cancellare) l'immigrazione, ma, se eletto, verrà di nuovo ostacolato su questa strada dal potere giudiziario e dagli stati democratici.

Per l'azionario vedere spinte insieme domanda e offerta è il migliore dei mondi possibili, per l'obbligazionario è un mondo vivibile, soprattutto se i tassi reali rimangono sopra zero. Mantenere in equilibrio tra loro le spinte alla domanda e quelle all'offerta richiede alla Fed molta abilità, ma non è un esercizio impossibile. Tutto questo non giustifica bolle azionarie, ma porta a ridimensionare, al netto di possibili complicazioni geopolitiche, gli scenari preoccupanti che in questi giorni alcune componenti del mercato hanno ripreso ad evocare.
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