Facebook Pixel
Milano 9-mag
34.339,32 0,00%
Nasdaq 9-mag
18.113,46 +0,16%
Dow Jones 9-mag
39.387,76 +0,85%
Londra 9-mag
8.381,35 0,00%
Francoforte 9-mag
18.686,6 0,00%

Italia divisa in due. Il Sud rischia la desertificazione

Economia, Welfare
Italia divisa in due. Il Sud rischia la desertificazione
(Teleborsa) - L'Italia si conferma un paese spaccato, diviso e diseguale, su più fronti, dove il Sud scivola sempre più nell'arretramento. E' la fotografia scattata dal rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno 2014 presentate alla Camera, in cui si evidenzia che il PIL del Sud è crollato nel 2013 del 3,5% contro il -1,4% del centro Nord.

Nel 2013 il divario di PIL pro capite è tornato ai livelli di dieci anni fa; negli anni di crisi 2008-2013 i consumi di delle famiglie sono crollati quasi del 13%, gli investimenti nell'industria addirittura del 53%; i tassi di iscrizione all'Università tornano ai primi anni duemila e per la prima volta il numero di occupati ha sfondato al ribasso la soglia psicologica dei 6 milioni, il livello più basso dal 1977.

Una terra a rischio desertificazione industriale e umana, dove si continua a emigrare, non fare figli e impoverirsi: in cinque anni le famiglie assolutamente povere sono aumentate di due volte e mezzo, da 443mila a 1 milione e 14mila nuclei.

A livello regionale, nel 2013, fatta eccezione per Trentino Alto Adige e Toscana si registrano segni negativi per tutte le regioni italiane. Anche le regioni del Centro-Nord, sono tornate a segnare cali significativi, come l'Emilia Romagna (-1,5%), il Piemonte (-2,6%), il Veneto (-3,6%), fino alla Valle d'Aosta (-4,4%).

Nel Mezzogiorno la forbice resta compresa tra il -1,8% dell'Abruzzo e il -6% della Basilicata, fanalino di coda nazionale. In posizione intermedia la Campania (-2,1%), la Sicilia (-2,7%), il Molise (-3,2%). Giù anche Sardegna (-4,4%), Calabria (-5%) e Puglia (-5,6%). Guardando agli anni della crisi, dal 2008 al 2013, profonde difficoltà restano soprattutto in Basilicata e Molise, che segnano cali cumulati superiori al 16%, accanto alla Puglia (-14,3%), la Sicilia (-14,6%) e la Calabria (-13,3%).
Condividi
```