Facebook Pixel
Milano 26-apr
34.249,77 +0,91%
Nasdaq 26-apr
17.718,3 +1,65%
Dow Jones 26-apr
38.239,66 +0,40%
Londra 26-apr
8.139,83 +0,75%
Francoforte 26-apr
18.161,01 +1,36%

2010... l'anno della tigre

I fronti caldi negli Stati Uniti sono diversi a cominciare da quello immobiliare; la situazione strutturale non è delle migliori e all'orizzonte c'è la pressione della rinegoziazione dei mutui di creditori qualitativamente più solidi oltre ai mutui ARMS, che riadeguano su valori più alti i tassi debitori dopo un inizio meno gravoso. C'è poi da valutare la frenata economica della locomotiva BRIC e l'incapacità dell'economia Europea di muoversi in modo sincronico tra i diversi Stati membri, che peccano ancora di locali e beceri nazionalismi deleteri alla causa comune; e pare evidente, in questo contesto, come l'Italia resti ancora il paese della liretta e la Germania quello dell'egemone Marco. Non parlando della Francia che per far dispetto a tanti tiene ancora il Franco sotto il materasso e spende Euro per fare la spesa.
Guardando alla variabile tassi il pensiero va subito al debito; la crisi ha vanificato per parecchi Stati indebitati lo sforzo di rientro da livelli debitori veramente eccessivi, falsando i restrittivi criteri di Maastricht. Che ne sarà di questa voce e dei relativi capitoli di spesa pubblica quando i tassi invertiranno al rialzo?
La speranza per l'Europa sta in un rafforzamento del Dollaro, ma è quello che non vogliono, ora, gli Stati Uniti e quello che, per motivi diversi, vorrebbe invece la Cina additata, a sua volta, dagli Americani di fare il bello e il cattivo tempo sul fronte degli scambi internazionali. In altre parole ce n'è per ragionare seriamente ed arrivare serenamente a dire, come prima conclusione, che il Dollaro, oggi, è la sorgente di tutti i problemi. Qui sì che sarebbe auspicabile una sana politica di sostituzione di una currency di riferimento commerciale, oramai malata, vetusta e inflazionata, con una che rispecchi maggiormente gli equilibri economici mondiali. Insomma la FED continua a stampare Dollari obbligando l'Euro a vivere di riflesso senza appello e relegando lo Yuan a valuta criminale che minaccia, economicamente, il destino del mondo. Pensiamoci su.
Guardando all'Italia la crisi mondiale ha determinato delle conseguenze di carattere strutturale su più fronti, compreso quello sensibile e polarizzante della previdenza. Lo affermano fonti ufficiali a partire dal Dpef, secondo il quale il massimo di spesa pensionistica rispetto al Pil, atteso nel periodo precedente la crisi, tra il 2030-2035, si presenterà, invece, in misura del 15,5% a partire da quest'anno, mentre il rientro sotto il 14%, formulato per il 2045, scivolerà al 2060.
Rimane infine da chiedersi: come farà il nostro paese a porsi il problema, per l'indebitamento complessivo, di rientrare al di sotto del 3% del Pil senza affrontare seriamente la spesa pensionistica che è parte preponderante della finanza pubblica insieme a quella sanitaria? E con la disoccupazione sui massimi degli ultimi lustri c'è poco da stare allegri.
Il 2010 sarà l'anno della tigre... chi farà Sandokan?

Condividi
"
Altri Editoriali
```