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Provocazioni coreane, frustrazioni americane

BRICS vs. G7: è la vera sfida dietro la crisi


All’Onu, intanto, si sta consumando la prima battaglia diplomatica. Gli Usa non solo chiedono una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che irroghi ulteriori sanzioni verso la Corea del nord, ma minacciano sanzioni dirette nei confronti di tutti i Paesi che tengono rapporti commerciali con la Corea del nord: nel mirino c’è la Cina. O Pechino tiene a bada la Corea del Nord, o ne pagherà le conseguenze sul piano economico. Questa ultima prospettiva apre però un altro fronte, tutto interno agli Usa: molte multinazionali americane sarebbero danneggiate dalle sanzioni contro la Cina, non solo direttamente ma anche per le probabili ritorsioni che il governo di Pechino potrebbe adottare. Si aprirebbe una spirale senza fine. Solo la Cina può implementare, insieme alla Russia, efficaci misure sanzionatorie economiche verso la Corea del Nord: Pechino lo sa, e Washington pure. Ma è solo Pechino che può agire: Washington può solo minacciare, e per questo aumenta la sua frustrazione.

All’Onu, la Cina e la Russia hanno già fatto sapere che non accetteranno una escalation militare nell’area, e che la soluzione appropriata è solo quella diplomatica. Per loro, la penisola coreana è un cortile di casa in cui non sono ammessi gli estranei, così come l’isola di Cuba lo è per gli Usa. Il rappresentante di Pechino ha chiesto una de-escalation simmetrica: da una parte, la Corea del nord deve sospendere il lancio di missili verso Giappone e Corea del sud, e di fare esperimenti nucleari con esplosioni sotterranee; dall’altra, gli Usa e la Corea del sud devono sospendere le manovre militari congiunte. Per gli Usa, questa posizione è inaccettabile, è un affronto in quanto considera alla stessa stregua chi attacca senza motivo e chi giustamente si difende.

Il conflitto è strategico, tra gli Usa ed i suoi alleati da una parte, ed una incredibile convergenza tra Cina e Russia dall’altra. Questa convergenza è stata provocata dall’isolamento di questi due Paesi rispetto al resto del mondo, che la Amministrazione Obama aveva cercato di realizzare, stipulando due trattati commerciali paralleli (TPP e TTIP) con gli alleati americani nel Pacifico e nell’Atlantico, che escludevano rispettivamente solo i due colossi asiatici.

Non è dunque affatto casuale che i leader del G7 abbiano appena firmato un documento comune di condanna nei confronti della Corea del nord.

E non è parimenti casuale che la provocazione nucleare coreana sia stata fatta deflagrare proprio nel giorno in cui si inaugurava in Cina una riunione dei Paesi Brics: questa non è solo una associazione economica, ma una vera e propria sfida geopolitica lanciata agli Usa ed all’Occidente intero. E’ una sfida che metterebbe in crisi non solo il ruolo del dollaro, ma soprattutto quello militare americano nel mondo.

Provocazioni coreane, frustrazioni americane: BRICS vs. G7, questa è la vera sfida dietro la crisi.

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