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Da Delors a Schäuble, Utopia europea e Distopia

Dal Grande Architetto dell’Unione al Grande Difensore dei Creditori


Pur senza culminare nella ambizione di trasformare l'Unione europea in uno Stato federale, si riteneva di aver creato i presupposti concreti per la creazione di un'area di cooperazione molto coesa ed efficiente.

Se questo era il Sogno, concretizzato in una disciplina normativa estremamente precisa ed articolata, la Realtà fu assai diversa, in un processo economico e finanziario estremamente complesso e tumultuoso che si snoda in tre fasi: la prima va dal 1992 al 2001; la seconda dal 2001, anno in cui iniziò a circolare l'euro, al 2010 anno segnato dalle profonde tensioni nella periferia dell'Eurozona, innescata dalle crisi di Irlanda e Grecia, seguite da quelle del Portogallo e dell'Italia.

Una catastrofe economica, finanziaria e sociale si era abbattuta sull'Unione europea, a valle della Grande Crisi Finanziaria Americana del 2008: gli squilibri strutturali, commerciali e finanziari si erano moltiplicati. I saldi commerciali tra gli Stati europei non tendevano al pareggio ma a divaricarsi, con alcuni Paesi che vendevano sempre di più ad altri che si dovevano indebitare per farlo, e con le banche dei “Paesi venditori”, principalmente la Germania, che incassava lauti interessi indebitando le economie dei “Paesi compratori”. La delocalizzazione produttiva verso i Paesi dell'Est aveva particolarmente indebolito i Paesi come l'Italia, a favore dei nuovi entranti che venivano finanziati dall'Unione europea per industrializzarsi: come contributore netto, l'Italia finanziava la distruzione del suo apparato produttivo.

Mentre erano state messe pesanti “catene” agli Stati, per evitare che si indebitassero, i capitali erano stati lasciati liberi senza controllo: colmavano con prestiti di ogni genere gli squilibri commerciali e finanziari, accrescendo senza sosta l'ammontare dei debiti e degli interessi da pagare. Fino allo scoppio della crisi: il sistema era insostenibile, tra arricchimenti finanziari enormi da una parte ed impoverimenti finanziari insostenibili dall'altra.
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