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Export di vino forte in Cina e Stati Uniti che colmano il buco della Russia

Economia
Export di vino forte in Cina e Stati Uniti che colmano il buco della Russia
(Teleborsa) - Il vino italiano continua a cavarsela bene all'estero, in un mercato a luci ed ombre, che evidenzia un vero e proprio boom del'export verso Cina e Stati Uniti, mentre la Russia rallenta le importazioni a causa della crisi economica.

Secondo l'Osservatorio Wine Monitor di Nomisma, i flussi di importazione della Cina sembrano essersi ripresi in maniera convinta (+51% in valore, +38% in volume) dopo un 2014 difficile, La Russia, all’opposto, vede crollare gli acquisti di vino dall'estero di oltre il 35% in valore e del 25% nelle quantità.

"La svalutazione del rublo conseguente al calo del prezzo del petrolio ha messo in crisi gli importatori russi" afferma Denis Pantini, Responsabile di Nomisma Wine Monitor. “Essendo il petrolio una delle principali risorse del paese, più che le sanzioni europee legate alla crisi russo-ucraina è stato il crollo dei prezzi dell’oro nero a ridurre la capacità di spesa dei russi. E questo stallo dell’economia e dei consumi di vini esteri rischia di durare ancora a lungo”.

Complessivamente, in un mercato in cui le importazioni di vino sono cresciute del 122% in appena cinque anni (tra il 2009 e il 2014), il sogno riposto dagli esportatori di vino di tutto il mondo di un nuovo Eldorado rischia letteralmente di svanire. Anche per i vini italiani il calo in Russia è stato notevole e analogo alla media: guardando ai soli vini confezionati, l’import in valore dall'Italia è calato del 36%. Non che i competitor siano andati meglio. La Francia ha subito una riduzione del 45%, rendendo chiaro come la crisi abbia colpito per primi i vini posizionati su livelli di prezzo mediamente alto.

Lasciando da parte gli emergenti e volgendo uno sguardo ai mercati più consolidati, secondo Nomisma vale la pena segnalare il + 23% del valore delle importazioni negli Stati Uniti collegato ad un +2% dei volumi.

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