(Teleborsa) - Il numero uno della BCE
Mario Draghi torna sul problema delle riforme strutturali, difendendo le politiche espansive delle banche centrali, che rappresentano un "sintomo" e non la causa del melessere dell'economia.
Parlando a Francoforte presso la Banca asiatica dello sviluppo, il Presidente dell'Eurotower ha sottolineato che i
bassi tassi di interesse sono legati alla
carenza di investimenti ed all'incertezza di persone ed imprese sul futuro dell'economia. Rimuovere queste incertezze - ha detto - potrebbe contribuire al rilancio dell'economia, ma
occorrono riforme strutturali.
Draghi ha ricordato che la
leva dei tassi serve a rilanciare l'attività e l'inflazione, ma da sola la
politica monetaria non può rimuovere i problemi di fondo e gli squilibri di lungo periodo. Guardando ai tassi, si nota che è un problema generalizzato: il 18%dell'economia globale ha tassi negativi e questa percentuale sale al 40% considerando tassi compresi fra zero e l'1%.
Per spezzare una lancia verso i critici dei tassi a zero, presenti anche all'interno del Board della BCE, il Presidente ha rinonosciuto che un l
ivello dei tassi troppo basso non è "innocuo", ma crea squilibri di lungo termine legati al risparmio.