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Fisco, Renzi: "Record lotta evasione parte da Leopolda, referendum è un bivio"

Il Premier nell'intervento conclusivo alla Leopolda parla di fisco, referendum, minoranza PD e Europa

Politica
Fisco, Renzi: "Record lotta evasione parte da Leopolda, referendum è un bivio"
(Teleborsa) - E' un fiume in piena Matteo Renzi, che dal palco della Leopolda pronuncia il discorso finale della kermesse giunta alla settima edizione, toccando tutti i temi, dalla minoranza PD al fisco, da Berlusconi all'Europa, passando per il referendum del prossimo 4 dicembre. Sul tema dell'evasione fiscale, il Premier ha detto: "A tutti quelli che ci fanno la morale sull'evasione, voglio ricordare che il 2015 è stato l'anno record della lotta all'evasione, grazie all'incrocio delle banche dati, proposte qui alla Leopolda nel 2010". Ancora sul fisco, Renzi ha sottolineato che "vogliamo un fisco che non sia vampiro ma amico dei cittadini. Erano talmente abituati ai malus che una volta che interveniamo riducendo le tasse ci restano male. Gli 80 euro forse non servono a chi ha super-pensioni ed i vitalizi e spesso è in tv a spiegare le ragioni del No". Così il Premier difende la politica fiscale del governo "la prima manovra di redistribuzione di sinistra mai fatta in Italia".

Ancora più duro quando si ferma a parlare del prossimo referendum: "Siamo a un bivio, c'è un referendum che è un derby tra passato e futuro, tra cinismo e speranza, tra speranza e proposta, tra nostalgia e domani". E ai detrattori, sostenitori del No, Renzi dice: "Vogliono solo difendere i loro privilegi e sanno che il 4 dicembre è la loro ultima occasione per tornare in pista. Non c'è altro, lo hanno capito anche i bambini, ma quale articolo 70. Per Ciriaco de Mita la riforma è un po' frettolosa. Massimo D'Alema dice: noi l'avremmo fatta meglio. E perché non l'hai fatta te? Berlusconi ha detto che questa riforma rischia di portare un uomo solo al comando. E poi mi chiedete perché Berlusconi mi sta così simpatico? Ma è meravigliosa. Loro, che avevano fatto una riforma in cui il premier poteva sciogliere le camere. Noi non abbiamo messo un potere in più al presidente del Consiglio. Abbiamo aumentato il potere ai cittadini, con le iniziative di legge popolare. E noi saremmo quelli della dittatura?".

Renzi difende poi l'operato del proprio Governo, che a suo giudizio ha portato l'Italia ad avere una maggiore considerazione a livello internazionale: "Il prestigio internazionale dell'Italia era a zero, la nostra presenza in Europa era accompagnata da una barzelletta, una risatina sugli italiani, ti guardavano con gli occhi strani. Stiamo restituendo all'Italia ciò che merita perché l'Italia non è un racconto stereotipato. Ma per farlo abbiamo dovuto cambiare un gruppo dirigente che ci aveva messo in quella dimensione. Se è tornato a crescere l'export lo si deve anche al fatto che oggi la politica è più credibile. C'è finalmente un dato di cambiamento in Italia", ha detto Renzi.

Infine, gli obiettivi per il 2017: "Il nostro 2017 potrebbe essere l'anno della svolta per l'Italia e l'Europa. Il G7 di Taormina: a quell'appuntamento ci vogliamo arrivare 'governicchio tecnichicchio'? Quella classe politica ha già fallito e non può che continuare a fallire", ha detto il Premier.



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