(Teleborsa) - Le crescenti tensioni internazionali, alimentate dalle
accuse lanciate da Trump all'UE di manipolare i cambi, i rapporti incrinati della Casa Bianca con la Cina e con la Russia e
le nuove sanzioni minacciate dagli USA all'Iran tornano a creare una
situazione di grande incertezza politica e livello globale, assieme all'ascesa delle
forze euroscettiche, come la
candidatura di Marine Le Pen alle elezioni francesi e
l'ipotesi di allentamento dell'unione monetaria ventilata da alcuni Paesi membri dell'Eurozona.
Il risultato? Uno Spread che torna a crescere e si porta al top degli ultimi 3 anni. Il differenziale fra i rendimenti de titoli di stato dell'Area Euro, rispetto al più sicuro Bund tedesco, che per questo viene preso come benchmark (punto di riferimento) si è ampliato nuovo e
nel caso di quello italiano è arrivato a sfiorare i 200 punti. Non accadeva da luglio 2015.
L'Italia, relegata già da anni alla periferia della Zona Euro,
ne ha risentito assieme a tutti i Paesi "periferici" come la Spagna, che ha visto aumentare il differenziale con i Bonos a 142 punti,
ed il Portogallo.
A poco sono servire
le parole rassicuranti del Presidente della BCE, Mario Draghi, che ha ribadito che "l'euro è irreversibile".