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La vie en rose

Come Escher è l'emblema di un equilibrio apparente ormai perduto, così anche tra politiche economiche, crisi, recuperi, andamento dei mercati è difficile intravedere un disegno razionale.

Nonostante il clima economico (Ucraina a parte) sicuramente più agevole, con punte di ottimismo come eravamo soliti vedere solo oltreoceano, restano a mio avviso molte zone grigie. E' esercizio necessario ma non sufficiente affrontare il quadro tecnico delle borse mondiali, o in generale dei mercati, senza valutare il contesto di assoluta eccezionalità – nel senso di "senza precedenti" – in cui tale quadro si sta sviluppando, in particolare la lunghissima fase post-crisi del debito governativo e le conseguenti azioni delle banche centrali. Un esempio su tutti. Da qualche anno ormai i rendimenti dei Bund tedeschi a 2 anni si sono portati nei pressi dello 0%. Questo significa che, in termini reali, al netto delle commissioni, delle tasse ecc. l'investitore paga il governo tedesco perché gli tenga i soldi per due anni e nel contempo monetizza l'assoluta certezza di perdere in potere di acquisto. Se a chiarire il meccanismo c'è l'azione delle banche centrali stesse, questo comportamento relativamente all'investitore trova una possibile spiegazione solo in due casi: (1) la convinzione di un aggravarsi di qualche crisi oppure l'idea, di cui non si parla più da mesi, che l'Europa (= l'Euro) si stia sfaldando; (2) la convinzione che l'Europa (= il mondo occidentale) si stia avviando verso una nuova fase di recessione.

EscherNel caso 1 – con molti se e ma – l'investitore potrebbe aver ragione a investire sui Bund a breve, se non altro per tutelarsi. Nel caso 2, vista l'attuale inclinazione della curva dei tassi, l'investitore dovrebbe preferire il debito a lungo, dai 10 anni in su, ma anche molto più a lungo: la storia dei mercati insegna che il debito a lungo in recessione è sempre un posto migliore di quello a breve a causa del "carry trade" (= maggiore interesse cedolare). Il caso 1 si basa unicamente su un "ragionamento emozionale". Il caso 2 implica l'abortire di questa timida ripresa e una lunga coda deflazionistica e recessiva della crisi, sullo stile degli USA post-'29 e del Giappone post-'90, il che spiegherebbe forse la debolezza dei mercati non sostenuti dal QE. Come detto, questo sembra uno scenario in via di allontanamento: non passa giorno in cui le autorità politiche e economiche mondiali non rassicurino sulla presenza di una ripresa.
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