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Marine

L’esplosivo sotto la casa comune dell’euro


I 144 punti del programma di Marine Le Pen sono una lettura interessante. L'originalità sta nell'avere messo insieme elementi tradizionali della destra sociale con elementi di sinistra pura e semplice. A questi si aggiunge il chinarsi a raccogliere le bandiere iperlaiciste, anticomunitariste, militariste e ultracentraliste della tradizione giacobina, persasi negli ultimi anni per strada con l'annacquamento del carattere presidenzialista della Quinta Repubblica, con la devoluzione di potere dal centro alle regioni e con l'accettazione di forme di autogoverno di fatto nelle banlieues islamizzate. Tocco finale del programma, il ritorno al sistema elettorale proporzionale, una pugnalata alla costituzione del 1958 ma un'esigenza tattica vitale per un Front National che potrebbe trovarsi a giugno un presidente senza deputati.

1936. Il disordine generaleOggi la Francia ha di nuovo un minimo di crescita e ha un disavanzo delle partite correnti modesto. Non è sotto pressione e non ha bisogno di svalutare (lo stesso vale per l'Italia). Se però vuole regalarsi una portaerei in più, un punto di Pil in più di spese militari, 40mila nuove celle di prigione, 15mila nuovi poliziotti e gendarmi, l'età della pensione di nuovo a 60 anni, imposte più basse alle piccole imprese, pensioni di vecchiaia più alte e imposte tagliate del 10 per cento per i primi tre scaglioni di reddito, tutti punti del programma della Le Pen, allora i soldi deve farseli stampare dalla Banque de France. E sarebbero franchi, naturalmente, non euro.

Il programma ufficiale parla (è il punto numero uno, giustamente) di negoziati con i partner europei seguiti da un referendum sull'appartenenza all'Unione Europea. Ufficiosamente i responsabili economici del Front National hanno parlato di un'uscita dall'euro comunque in tempi brevi e senza passare per un referendum, di un Qe di 100 miliardi di franchi l'anno e di una svalutazione da negoziare (10-20 per cento se l'euro rimane in piedi, liberi tutti se l'euro cessa di esistere).

1958. Nasce il Nuovo FrancoChe probabilità ci sono che vinca la Le Pen? Finora il mercato ha dato per buoni i sondaggi, che indicano tanto Macron quanto Fillon vincitori al ballottaggio con la Le Pen. Va detto però che il loro vantaggio, nelle ultime settimane, è calato considerevolmente (pur rimanendo ancora ampio). Soprattutto i mercati non considerano l'ipotesi Hamon, l'ex socialista di sinistra, perché è accreditato solo del 14 per cento. Se però Hamon riuscisse a fare desistere Mélenchon (11 per cento) il 14 salirebbe al 25 e il ballottaggio potrebbe benissimo essere tra Hamon e la Le Pen. Il programma di Mélenchon è quasi uguale a quello di Hamon, anche se il primo propone di alzare l'aliquota d'imposta sui redditi superiori ai 360mila euro al 100 per cento mentre il secondo si accontenta del 75 attuale. Il ballottaggio Hamon-Le Pen vedrebbe un'esplosione di astensioni e un esito altamente incerto. Hamon non è antieuro, ma con i suoi programmi onirici faticherebbe molto a convivere anche con Schulz, non parliamo della Merkel.
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