Il sistema pensionistico obbligatorio italiano viene definito "
a ripartizione"; questo termine sta a significare che le pensioni di anzianità e vecchiaia erogate a chi ha maturato i requisiti necessari vengono finanziate dai contributi versati dai lavoratori attivi.
Ad oggi il
sistema è in equilibrio in quanto la contribuzione degli occupati esistenti copre il monte pensioni pagato ogni mese, ma è noto che due fattori potrebbero nel medio termine compromettere questa situazione: il progressivo
invecchiamento della popolazione e la
riduzione della natalità. Il sistema dovrà pagare più pensioni per un periodo maggiore a fronte di contributi potenzialmente in calo.
Attualmente circa il 20% della popolazione italiana ha più di 65 anni ed il 5,7% più di 80; fra dieci anni queste percentuali saranno rispettivamente il 25% e il 7,5% circa. Nel 1960 la spesa pensionistica rispetto al PIL ammontava al 5% mentre ora essa è di poco inferiore al 14%.
Questi dati esprimono in tutta evidenza che la condizione attuale di equilibrio poggia su
basi molto precarie e che le forme previdenziali su base volontaria divengono sempre più una necessità vista la probabile difficoltà del sistema pubblico ad assicurare anche in futuro livelli di prestazione tali da a garantire un tenore di vita accettabile.
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