Non c'è che da attendere, ormai sono solo pochi giorni, l'esito della volontà popolare che influirà comunque sul corso della legislatura e sulla collocazione geopolitica dell'Italia nei confronti dell'Europa.
C'è un
silenzio preoccupato e preoccupante che avvolge la situazione politica ed economica: ci si sta preparando per il dopo-voto, con nuovi equilibri che segneranno comunque cambiamenti rilevanti.
Un voto contrario sul
Referendum costituzionale, sebbene la portata delle modifiche in corso siano minime rispetto a quelle che venivano introdotte dalla Riforma voluta dal Governo guidato da Matteo Renzi, avrebbe comunque una portata dirompente, segnando la fine della ondata anti-casta che ha portato al successo il M5S.
La direzione del voto, se verso il Pd che riassorbirebbe il voto di protesta che si era orientato verso il M5S oppure verso il Centrodestra che confermerebbe il trend positivo delle recenti tornate regionali ed alle europee dell'anno scorso, sarà indicata dai risultati delle
elezioni regionali, in Puglia, Marche, Campania, Liguria e Toscana.
Essendo cinque le competizioni, ci sarà comunque un vincitore per 3 a 2, con
Puglia e Toscana contesissime. Un improbabile 4 a 1 a favore del centrodestra che se perdesse dunque solo in Campania, sarebbe devastante per il governo in carica; mentre un 3 a 2 per il Pd che lasciasse al centrodestra solo Liguria e Marche sarebbe trionfale: a Bruxelles, Berlino e Parigi scorrerebbero fiumi di birra e champagne. Gli equilibri del governo sarebbero rimaneggiati a favore del Pd, con il M5S in subbuglio: vivrebbe una drammatica "fine annunciata".
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