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La Tunisia si sente in trappola, tra Ue e Fmi

Troppi passi indietro dopo la Conferenza di Roma


In sintesi: non solo la posizione attuale della Tunisia è troppo critica verso le Organizzazioni finanziarie occidentali, ma rivendica una completa sovranità che mette in discussione i suoi obblighi verso la comunità internazionale.

La Conferenza di Roma aveva infatti creato un precedente pericoloso, affermando che le politiche di cooperazione devono basarsi, nell'ordine, sul "rispetto della sovranità nazionale, incluso il rispetto della legislazione nazionale; la condivisione delle responsabilità; la solidarietà; la partnership tra eguali; la sicurezza e la dignità dei migranti, ed il pieno rispetto del diritto internazionale, inclusi i diritti umani e la legislazione sui rifugiati".

Quest'ultimo è un altro punto assai controverso: non solo al Parlamento europeo sono state sollevate critiche sul rispetto dei diritti umani e delle libertà civili e poi ad una delegazione di Eurodeputati che doveva andare in visita per incontrare esponenti della società civile, sindacalisti ed esponenti della opposizione sono stati negati i visti di ingresso, ma lo stesso Mediatore europeo Emily O'Reilly, alla guida dell'apposito organismo di controllo, il 15 settembre scorso ha chiesto alla Commissione chiarimenti sull'accordo Ue-Tunisia firmato a luglio, soprattutto per le possibili violazioni dei diritti umani: vuole che la Commissione europea spieghi quali garanzie siano state introdotte nell'accordo per garantire che le autorità tunisine rispettino i diritti fondamentali nelle loro operazioni di contenimento dei flussi migratori irregolari.

La posizione della Tunisia è stata estremamente chiara al riguardo, come risulta da Memorandum firmato con la Ue a Tunisi, il 16 luglio scorso: non solo si ritiene la prima vittima delle correnti migratorie dirette verso l'Europa, con le bande di trafficanti che hanno assunto il controllo della tratta di uomini e donne provenienti dalla fascia sub-sahariana, ma la sua azione di vigilanza è effettuata a tutela dei propri confini e non di quelli altrui. Per questo motivo, la Tunisia non intende essere un Paese che ospita i migranti svolgendo per conto della Ue i compiti di verifica di coloro che abbiano diritto a ricevere la protezione internazionale ed assumendosi l'onere di rimandare gli altri ai rispettivi Paesi di provenienza.
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