(Teleborsa) - Che la riforma della legge elettorale sia diventata una priorità assoluta non è più un mistero. L'opinione pubblica la chiede a gran voce, soprattutto dopo che
la Consulta ha dichiarato illegittimo il Porcellum.
Anche la
commissione Affari costituzionali della Camera ha tentato di dare un'accelerazione alla questione, stabilendo che
la riforma dovrà approdare in Aula entro il 31 gennaio.
Tuttavia, alla luce delle ultime dichiarazioni di Matteo Renzi e Angelino Alfano, sembra che l'iter non sarà una passeggiata.
Intervenuti alla presentazione del libro "Sale, zucchero e caffè" di Bruno Vespa, i due leader hanno fatto asse sulla necessità di spedire in soffitta "la porcata" (come fu ribattezzato l'attuale sistema di voto da Roberto Calderoli, che pure ne è il padre) al più presto. "Sulla legge elettorale bisogna fare presto, se non la facciamo entro le europee ci portano tutti via", ha dichiarato il segretario del Pd, Matteo Renzi. "Va fatta subito", ha fatto eco il vice Premier Angelino Alfano.
Le
divergenze arrivano sul
chi dovrà fare il grande passo: maggioranza o non maggioranza? Renzi sostiene che la legge elettorale "non va fatta a colpi di maggioranza". "Chi la fa a maggioranza sbaglia, se non ci sono alternative si fa a maggioranza, ma se possiamo ravvisare una debolezza del fu Porcellum è che fu fatto a maggioranza", ha spiegato.
Alfano, invece, vorrebbe esattamente poil contrario: "C'è una maggioranza e c'è un governo guidato da uno dei leader del Pd. Credo che non sia naturale né logico che il partito di riferimento del premier ponga il basamento per mettere in difficoltà il presidente del Consiglio".
Divergenze che, invece, potrebbero creare tensioni politiche di tutto rispetto. E allontanare la data in cui il Porcellum sarà acqua passata.