(Teleborsa) - Come ampiamente atteso, anche il Fondo Monetario ha tagliato le stime di crescita globali, in linea con
l'outlook più pessimista annunciato dalla banca Mondiale. A pesare sarà il rallentamento in atto nelle economie emergenti, in primis la
Cina, mentre gli effetti del crollo del prezzo del petrolio potrebbero essere contrastanti sull'andamento dell'economia.
Secondo l'ultimo rapporto del FMI la
crescita mondiale quest'anno si attesterà
al 3,5%, al di sotto del 3,8% indicato in precedenza, mentre nel 2016 è atteso un +3,7% contro il +4% indicato nelle stime d'autunno. Gli economisti di Washington, infatti, stimano che l'economia riceverà un
impulso positivo dal calo dei prezzi dell'energia, ma questo impatto darà
compensato da un impatto negativo sugli
investimenti del settore petrolifero e sulla
crescita dei paesi esportatori di petrolio, che si troveranno ad affrontare importanti squilibri di bilancio.
Il prezzo del greggio, che si è
pressoché dimezzato nel 2014, è atteso in
calo del 41,1% quest'anno, anche se l'anno venturo si attende una parziale ripresa del 12,6%. Una correzione temporanea, dunque, che potrebbe costituire un fattore propulsore, al si là degli effetti di breve termine sul comparto petrolifero. Anzi, il Fondo Monetario ha
sollecitato i governi a cogliere l'opportunità di rivedere il sistema di sussidi e tasse sull'energia.
Il crollo delle quotazioni petrolifere, come atteso, avrà anche delle
vittime, in primis la
Russia, che dovrebbe sperimentare una recessione di durata biennale, con un
PIL visto in calo del 3% nel 2016 e dell'1% nel 2016. Le stime d'autunno parlavano di una crescita dello 0,5% quest'anno e dell'1,5% il prossimo.
Cosa ne sarà della Zona Euro? L'area della moneta unica, così come il Giappone, resterà esposta al
rischio deflazione e crescerà dell'1,2% quest'anno e dell'1,4% il prossimo, anziché dell'1,4% e dell'1,7% come previsto nelle stime pubblicate a ottobre.
Neanche la Germania si salva dalla sforbiciata, giacché il PIL è atteso in crescita dell'1,3% nel 2015 (era 1,5%) e dell'1,5% nel 2016 (era 1,9%).
Stessa misura per la Francia che crescerà dello 0,9% e dell'1,3% rispettivamente.
L'Italia vedrà una ripresa più modesta, ma in linea con le
stime formulate da Bankitalia: il PIL è atteso in crescita dello 0,4% quest'anno e dello 0,8% il prossimo, che si confrontano con lo 0,9% e 1,3% indicato in precedenza. Secondo l'FMI, lo scorso anno ha visto una decrescita del prodotto interno lordo dello 0,4%.
Il
consiglio del FMI in uno scenario a luci ed ombre, caratterizzato dalle opportunità offerte dal basso costo dell'energia ed anche da una accresciuta volatilità dei mercati finanziari, è quello di
attenuare le misure di austerità e sfruttare appieno le potenzialità,
aumentando gli investimenti in infrastrutture.