(Teleborsa) - Peggiora vistosamente l'umore di Piazza Affari e delle altre principali Borse del Vecchio Continente dopo un avvio in frazionale ribasso e all'indomani di una
seduta moderatamente positiva.
A zavorrare i listini sono soprattutto le
forti vendite sul comparto delle commodities sui mai sopiti
timori per un rallentamento dell'economia cinese mentre sale l'attesa per il
PMI manifatturiero che sarà pubblicato domani, e
sulle auto, sempre più affossate dalla
scandalo Volkswagen.
Intanto, vista anche l'assenza di dati macroeconomici dall'Eurozona, si continua a ragionare sulle
tempistiche dell'aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti dopo il nulla di fatto di giovedì scorso. Le
dichiarazioni rilasciate ieri da alcuni banchieri della Federal Reserve hanno lasciato intendere che è molto probabile una stretta monetaria entro l'anno perché l'economia USA ha raggiunto molti obiettivi posti dalla Fed.
In focus anche i numeri sulla fiducia dei consumatori a stelle e strisce, importante barometro della futura propensione alla spesa dei cittadini americani.
Sul valutario, stabile a 1,117 l'
Euro / Dollaro USA mentre tra le commodities l'
Oro è fermo su 1.133,5 dollari l'oncia, il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che scambia a 46,14 dollari per barile (-1,16%), è vittima di prese di profitto dopo l'
exploit della vigilia.
Invariato lo
Spread, che si posiziona a 111 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona all'1,78%.
Tra i mercati del Vecchio Continente,
Francoforte lascia ora sul parterre con
Volkswagen che arretra del 6,24%.
Pessime anche
Londra -1,76% e
Parigi -2%.
In rosso il listino milanese, che
ieri aveva sovraperformato le altre Borse. Il
FTSE MIB sta cedendo l'1,88% mentre il
FTSE Italia All-Share retrocede dell'1,79%.
Giornata nera a Piazza Affari
tutti i titoli ad alta capitalizzazione sono in perdita. Si arrende alle vendite anche
Unipol, che sulle prime battute sembrava voler festeggiare, seppure in ritardo, l'
ingresso nel FTSE Mib.
I ribassi più consistenti si concentrano sul comparto energetico e delle utility, dunque
su
Eni,
A2A,
Enel e
Terna su voci secondo le quali
il Governo starebbe studiando una tassa sugli utili delle società energetiche.
Ancora sotto pressione
Fiat Chrysler Automobiles in scia alle vicende di Volkswagen e sui timori per un'estensione dei controlli sul diesel. Va comunque precisato che ieri la casa d'auto italo-canadese ha limitato la discesa rispetto alle rivali, in un comparto fortemente negativo.