(Teleborsa) -
Crescono i prestiti concessi dalle banche, ma famiglie ed imprese restano al palo. Lo rivela l'ultimo rapporto mensile dell'
ABI, che delinea un quadro ancora difficile del mercato creditizio in Italia.
A settembre, l'ammontare dei
prestiti alla clientela (compresa la PA) è stato pari a
1.807,7 miliardi di euro, in leggero calo (-0,4%), ma superiore di quasi 151 miliardi rispetto all'ammontare complessivo della
raccolta da clientela, pari a
1.656,9 miliardi di euro (-1,3%), comprensiva di depositi (+3,4%) e obbligazioni (-16,6%).
Nonostante ciò, c'è ancora una
crescita zero per i prestiti a famiglie e imprese, il cui stock registra una variazione annua pari a -0,01%, dopo il -0,2% di agosto ed il -0,6% di luglio. Il picco negativo era stato raggiunto a novembre 2013 con un -4,5%. In particolare i
mutui alle famiglie hanno registrato un
aumento di quasi il 2% nei confronti di fine agosto 2015.
Quanto ai
tassi d'interesse praticati, quelli sui
prestiti hanno raggiunto un nuovo
minimo storico del 2,97% dal 2,99% del mese precedente, mentre i tassi sui
mutui hanno toccato il
picco minimo del 2,05% dal 2,16% precedente, sull'effetto delle
misure di Quantitative Easing della BCE. Anche il tasso di interesse medio sul totale della
raccolta bancaria da clientela (depositi, obbligazioni e pronti contro termine) segna un
nuovo minimo all'1,02% dall'1,04% precedente. Il tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito) si è attestato allo 0,42%. Lo
spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta rimane invariato a
195 punti base.
Crescono anche le sofferenze delle banche, attestandosi a
84,7 miliardi di euro, pari al 4,77% del totale degli impieghi.