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Un anno dopo

Troppe paure allora, troppa tranquillità oggi

La seconda possibile dislocazione è sul fronte dell’inflazione. Alcuni, come Bernanke, ritengono che ci avviamo verso un lungo periodo di stagflazione, con crescita bassa e pressione al rialzo sui prezzi per effetto dell’inflazione salariale in graduale ripresa. È una tesi contestata con forza dai deflazionisti, ma non è necessariamente campata per aria. Anche la domanda di deglobalizzazione e protezionismo sempre più forte nella pancia dei paesi occidentali può spingere verso una ripresa dell’inflazione. Sono pronti i bond ad affrontare uno scenario di questo tipo?

Andres Amador. Sand ArtLa terza possibile dislocazione riguarda il dollaro in caso di vittoria di Trump. L’adozione di politiche reaganiane (taglio delle tasse e aumento della spesa pubblica) potrebbe spingere al rialzo i tassi e quindi il dollaro. D’altra parte, nei suoi comizi, Trump minaccia di ritorsioni chiunque svaluti senza valide ragioni e sostiene che la Cina dovrebbe tornare a un renminbi forte. Come si vede, Trump potrebbe provocare sia un dollaro più forte sia un dollaro più debole. In ogni caso ci sarebbe più turbolenza. È pronta l’America a un dollaro più forte (o più debole)? È pronto il resto del mondo?

Che agosto sia tranquillo va dunque bene, ma non dimentichiamo che l’autunno e il 2017 presenteranno nuove sfide.

Nel frattempo buone vacanze a tutti.

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