(Teleborsa) - Disastro ambientale ed omicidio colposo. Sono questi i due capi d'accusa che hanno portato il
Tribunale di Taranto a condannare
28 ex dirigenti dell'Ilva, ritenuti responsabili delle
morti causate dall'amianto e da altre sostanze cancerogene provenienti dallo stabilimento di Taranto.
Le condanne vanno dai 4 ai 9 anni, per un totale di 189 anni di carcere.
Le pene più severe sono state comminate agli ex manager dell'
Italsider pubblica, l'azienda alla quale subentrò il gruppo Riva.
I giudici hanno inoltre dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Emilio Riva,
morto lo scorso mese. Per lui il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 4 anni e mezzo di carcere.
Le sentenze odierne riguardano uno dei tanti filoni di inchiesta sull'Ilva. Come noto, negli ultimi anni sono state prodotte
numerose prove di casi di tumore legati all'impianto, molte delle quali
contestate dalle autorità pubbliche.
Due settimane fa la Corte dei Conti ha dato il via libera al
piano ambientale sull'Ilva.