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Riforme costituzionali e legge elettorale: a che punto sono?

Politica
Riforme costituzionali e legge elettorale: a che punto sono?
(Teleborsa) - Presto l'Italia dovrebbe dire addio al Senato, al bicameralismo perfetto e al Porcellum, l'attuale legge elettorale tacciata di incostituzionalità.

Lo ha promesso il Premier Matteo Renzi dopo aver preso il posto del collega Enrico Letta alla Presidenza del Consiglio.

A che punto sono la riforma costituzionale e la riforma della legge elettorale?

La riforma costituzionale, ottenuto il via libera dalla Commissione Affari Costituzionali, approda oggi in Aula.
A tal proposito il Premier si è detto molto ottimista: "se passassi il tempo a tempo a temere le insidie degli oppositori non fare questo mestiere. Alla faccia di chi non voleva, il testo è passato in Commissione. E' una rivoluzione di buon senso, avremo una maggioranza molto ampia, i politici hanno capito che così non si va avanti", ha spiegato al Tg1, ricordando, in rapida sequenza, tutti gli altri propositi del suo Governo, ossia eliminazione delle spese eccessive della Pubblica Amministrazione attraverso un lavoro capillare che coinvolga anche i cittadini, riforma della giustizia civile, "fisco più immediato", creazione di un sistema in grado di attrarre gli investimenti.

Discorso diverso per la riforma elettorale che, secondo i detrattori di Renzi, sta languendo ormai da troppo tempo.
Tra i suddetti detrattori figurano Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Dal loro blog le due "menti" del Movimento 5 Stelle hanno invitato Renzi a smettere i panni di "bradipo" per accelerare il confronto con i grillini.

"Da settimane è stata data la nostra disponibilità a convergere sulla legge elettorale. Il M5S ha risposto alle richieste del Pd sempre in tempo reale, il Pd ha fatto ammuina", spiegano i due pentastellati, che aggiungono:" se non verrà confermata una data di incontro con la nostra delegazione in settimana insieme a eventuali rilievi alle nostre risposte ne prenderemo atto e lasceremo che la trattativa si sviluppi" tra Silvio Berlusconi (il richiamo è al patto del nazareno, n.d.r.) e il "bradipo fiorentino".

"Aspettiamo una risposta nelle prossime 24 ore", è l'ultimatum finale lanciato dal M5S che, come noto, qualche giorno fa ha svelato la sua proposta di riforma del sistema di voto.
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