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Piloti che volano via

Concorrenza salariale, crescita, equità

Le compagnie low-cost hanno rivoluzionato il trasporto aereo: prezzi stracciati, in cambio di servizi ridotti all'osso. Il check-in va fatto telematicamente, in cabina solo un bagaglio striminzito, niente posti preassegnati, aeroporti spesso lontani dalle grandi città. Il guadagno lo si fa sugli accessori: una bottiglietta d'acqua a tre euro, il caffè a cinque. E poi, abbinano al biglietto un po' di tutto, dall'assicurazione sul rinvio della partenza all'auto in affitto, dalla camera d'albergo al biglietto dell'autobus che ti accompagna da e verso l'aeroporto: quelli sono i soldi veri, il trasporto aereo è solo strumentale.

Ma, intanto, per guadagnare bisogna tagliare sui costi: sono le hostess e gli steward a fare di tutto, dalle pulizie di bordo, al disbrigo delle procedure di imbarco, alla gestione dei bagagli che viaggiano nella stiva. I contratti sono bizzarri: sono spesso semplici lavoratori autonomi, soci di cooperative, liberi professionisti. Vale anche per i piloti.

I contratti di lavoro sono stipulati dove conviene, soprattutto dove la tassazione è più favorevole, ad esempio in Irlanda.

Il fatto è che questa politica di prezzi stracciati ha aumentato a dismisura il numero dei passeggeri: viaggiano in lungo ed in largo coloro che quei prezzi non si sarebbero mai sognati.

Si è creato un nodo, a questo punto: quello dei piloti. Non se ne trovano più, ad ogni angolo di strada, con il piattino in mano. Quelli che sono stati ingaggiati finora dalle compagnie low-cost erano quelli licenziati dalle compagnie di linea tradizionali, che riducevano il personale a causa della nuova concorrenza. Ma, ora, chi vuole crescere, soprattutto le compagnie cinesi che vogliono entrare rapidamente sul mercato, deve fare i conti con la scarsezza di nuovi piloti. Formarli costa un patrimonio, e poi se vanno via la perdita è notevole.

Le compagnie low-cost hanno approfittato della crisi delle compagnie tradizionali, ma ora sono entrate in competizione tra di loro ed i piloti vanno da chi paga di più.

Ogni gioco dura poco: si può fare concorrenza salariale solo quando la manodopera sul mercato è abbondante ed i lavoratori si accontentano. Ma quando il mercato cresce, c'è poco da fare: se li vuoi, i piloti li devi pagare bene.

A fare la fame rimarranno solo le hostess e gli steward, lavoratori rimpiazzabili con poche ore di formazione. La polarizzazione dei salari cresce: alcuni saranno sempre più alti, altri sempre più bassi.

Concorrenza salariale, crescita ed equità non coincidono: intanto, i Piloti volano via.

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