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Zero Spread!

Una nuova crisi dei debiti pubblici polverizzerebbe euro ed UE

Sono davvero dei Sonnambuli, a Bruxelles ed a Francoforte: pur sapendo di andare incontro ad un precipizio, hanno paura di aprire gli occhi.

La situazione è drammatica, e se sfugge di mano non basteranno né il MES, il Fondo Salva Stati, né gli interventi disperati della BCE con l'OMT, con l'acquisto illimitato di titoli di Stato quando non vi sia più accesso ai mercati in condizioni di sostenibilità finanziaria: l'euro andrebbe in frantumi. La Unione europea, pure, evaporerebbe.

Bisogna trovare un meccanismo idoneo a bloccare gli spread sui debiti pubblici, decidendo subito, visto che la BCE ha già deciso di chiudere l'ombrello della liquidità e che la Commissione ha ripreso ad agitare il bastone.

Da una parte, infatti, i debiti pubblici negli scorsi due anni sono cresciuti a dismisura per le misure volte a contrastare la emergenza pandemica e poi sono stati imbottiti, soprattutto in Italia, di nuovi impegni di spesa per finanziare il PNRR. Dall'altra, la BCE ha già dichiarato concluso il programma di emergenza PEPP e si appresta ad alzare i tassi di interesse.

Per l'Italia si prospettano tempi duri: il costo del finanziamento del debito pubblico salirà e sarà ancora più difficile rispettare gli obiettivi di riduzione del rapporto debito/PIL.

Paradossalmente, solo l'inflazione ci verrebbe incontro: essendo un parametro basato su grandezze nominali, in euro correnti, l'aumento dei prezzi andrebbe a gonfiare artificialmente il PIL e dunque il rapporto migliorerebbe.
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