(Teleborsa) - Molti lo ricorderanno come il vice procuratore del pool che si occupava dell'inchiesta
Mani pulite. Ma la carriera di
Gerardo D'Ambrosio, il politico e magistrato italiano
scomparso ieri all'età di 83 anni in seguito ad una gravissima insufficienza cardio-respiratoria, non è stata solo Tangentopoli al fianco di Francesco Saverio Borrelli.
E' stato infatti a capo del Dipartimento criminalità organizzata e di quello dei reati contro la pubblica amministrazione, ha condotto l'istruttoria relativa alla strage di Piazza Fontana, pronunciato la sentenza sulla morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli (celebre la formula del "malore attivo" da lui inventata) e seguito le vicende del Banco Ambrosiano. Sempre in prima linea sulle questioni più spinose e seguite dai mass media, dunque.
Ma D'Ambrosio è stato anche un politico, come confermato dalla vittoria alle elezione in Regione Lombardia del 2006 all'interno dei Democratici di Sinistra.
"Ciao Gerardo, meno male che c'eri tu ai tempi di 'Mani pulite'", scrive l'ex collega Antonio Di Pietro su Twitter.