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Commodities scosse da Grecia e Cina: il petrolio crolla e l'oro non è più un rifugio

Economia
Commodities scosse da Grecia e Cina: il petrolio crolla e l'oro non è più un rifugio
(Teleborsa) - Nulla di nuovo sul mercato delle commodities, dopo l'ultimatum lanciato ieri dall'Eurosummit alla Grecia, che ha tempo solo fino a domenica per presentare una nuova proposta negoziale, altrimenti andrà in default.

Il petrolio continua a crollare sui mercati internazionali, avendo perso almeno una decina di dollari nelle ultime due settimane, prima del referendum greco e prima della completa rottura dei rapporto UE-Atene. Dai circa 60 dollari, il prezzo del greggio WTI a New York è sceso a 51,75 dollari al barile (-1,37% solo oggi). E' l'effetto combinato dei timori alimentati dallo scoppio di una bolla in Cina e dal concretizzarsi della Grexit.

I metalli continuano a scivolare sempre per i temi Cina e Grecia. Così il Palladio, che viene impiegato nel settore dell'auto per la produzione di marmitte catalitiche e, normalmente si discosta dall'andamento dei preziosi, seguendo il trend dei metalli industriali. Oggi il metallo bianco cade del 2,26% a 633,09 punti.

Anche l'oro che cede lo 0,27% a 1.150,14 dollari l'oncia non si avvantaggia della sua natura di bene rifugio, perché sconta la possibilità di un imminente rialzo dei tassi in USA, che gonfiano il dollaro. La Fed dovrebbe aumentare il costo del denaro a settembre, secondo le attese, anche del FMI ieri ha lanciato un nuovo allarme alla banca centrale statunitense, chiedendo un rinvio.
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