(Teleborsa) -
Il petrolio torna ai massimi da 3 anni, mentre fa anche meglio il
Brent che si spinge al top dal 2014 a 73 dollari al barile.
A far lievitare le quotazioni sono congiuntamente i segnali di un aumento della domanda, testimoniati dai
dati sulle scorte, ed i timori di un razionamento dell'offerta, derivanti dalle
tensioni in Medioriente.
Il contratto sul
Light crude statunitense scambia a
67,68 dollari al barile, in aumento dell'1,8%, mentre il
Brent viaggia a
72,65 dollari (+1,07%), dopo aver toccato un massimo di 73,41 USD/barile in giornata.
Ieri, l'API aveva inticipato un calo a sorpresa delle scorte, confermato oggi dall'
EIA, la divisione ricerca del Dipartimento dell'Energia americano (DOE), che ha annunciato un
calo degli stocks di greggio di 3,3 milioni di barili.
Nel frattempo, restano alte le
tensioni geopolitiche, con le controverse
relazioni USA-Iran a causa delle sanzioni e le ritorsioni che potrebbero arrivare anche dalla Russia per effetto della
crisi in Siria. Mosca è infatti parte dell'accordo che lo scorso anno ha permesso all'OPEC di razionare l'offerta e far risalire i prezzi del petrolio.