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Conte, piano riapertura sotto il segno della gradualità

"Serrata attività produttive non può durare troppo", ha sottolineato il Presidente del Consiglio intervistato da "El Pais"

Economia, Politica
Conte, piano riapertura sotto il segno della gradualità
(Teleborsa) - Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte fa il punto sull’emergenza coronavirus in Italia, intervistato dal quotidiano spagnolo "El Pais". Tempo e gradualità, sono ancora i concetti chiave.

Intanto, si va verso la proroga oltre il 3 aprile delle restrizioni: manca solo l‘ufficialità che dovrebbe arrivare in settimana. I numeri della pandemia in Italia sono ancora troppo alti e l’altalena della curva dei contagi – che pure sembrano registrare un lieve calo – non è sufficiente per abbassare il livello di guardia. Anzi, mai come ora è importante proseguire la stretta per evitare che i sacrifici fatti fin qui dalla popolazione vadano perduti e si debba ricominciare da capo.

"Siamo nella fase più acuta. È difficile fare previsioni esatte", dice il Premier sottolineando che se potesse tornare indietro farebbe tutto allo stesso modo. "Gli esperti sono ancora cauti, ma è ragionevole pensare che siamo vicini al picco. Sabato abbiamo superato le diecimila vittime e questo ci fa molto male e dovrebbe allertare la comunità internazionale. Ma allo stesso tempo domenica abbiamo avuto anche il numero record di guariti: 1.434", aggiunge.

Sulle riaperture, così come è stato per le restrizioni, si ragionerà "in termini di proporzionalità", chiarisce Conte. E, incalzato, sulla possibilità che la serrata delle attività produttive possa durare molto replica: "no, è una misura durissima dal punto di vista economico. E' l'ultima misura che abbiamo preso e non può prolungarsi troppo. Per scuole e università, invece, si possono introdurre modifiche affinché gli studenti non perdano l'anno o l'esame", spiega ancora al quotidiano spagnolo.


CAPITOLO EUROBOND - Spazio poi a un tema più che spinoso. Chi si oppone in UE alle richieste italiana "ragiona con una mentalità vecchia, con un'ottica inadeguata a questa crisi, che è simmetrica ed eccezionale", dice il Presidente del Consiglio e a chi gli chiede se l'Italia insisterà con gli eurobond risponde: "l'ho chiamato Piano di Ripresa europea e re-investimento; non penso a un solo strumento ma è il momento di introdurre strumenti di debito comune europeo". "Il problema non è quando si uscirà dalla recessione ma uscirne il prima possibile. Il tempo è fattore chiave", aggiunge.


Conte entra ancora più nel merito e nel difendere il nostro Paese che "fino a questo momento anche sul fronte del debito aveva avuto un comportamento ottimale" ha sottolineato che "L'Italia non chiede di condividere tutto il suo debito pubblico accumulato finora, che resterà a carico di ciascun Paese. Spiega ancora: "Nessuno chiede all'Ue di farsi carico dei debiti sovrani ma solo di essere capace di assestare un colpo unitario per uscire da questo tsunami".

Infine, il richiamo a una maggiore coesione e unità. Il rischio che l'emergenza coronavirus dia linfa all'anti-europeismo in Paesi come in Italia - sottolinea il Premier - "è evidente. Gli istinti nazionalisti, in Italia ma anche in altri Paesi, saranno molto forti se l'UE non sarà
all'altezza".
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