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Frenano vendite al dettaglio, "scenario incerto, dinamica resta debole": i commenti

Economia
Frenano vendite al dettaglio, "scenario incerto, dinamica resta debole": i commenti
(Teleborsa) - Vendite al dettaglio in frenata ad aprile, con una dinamica che resta debole: a pesare, secondo quanto rileva la stessa Istat, è la differente collocazione della Pasqua - quest’anno caduta in marzo - con un calo registrato di -1,9% in valore e -3,3% in volume, a causa principalmente della flessione (-4,9 /-7,3%) degli alimentari. Ma non si può certo tirare un sospiro di sollievo: nonostante la bassa inflazione, con un deflatore medio stimato dall’Istituto dell’1,4%, la spinta alle vendite poteva essere migliore.

Lo scrive Confesercenti commentando le stime diffuse oggi da Istat sul commercio al dettaglio di aprile. Anche considerando il primo quadrimestre, emerge "un dato in volume negativo (-1,2%) che vale, seppur in misura differente, sia per la grande che per la piccola distribuzione: tra gennaio ed aprile, infatti, la GDO registra un -0,4% in volume, mentre per le piccole operanti su piccole superfici la perdita rilevata è -2,2%, con un calo del -2,8% per le imprese fino 5 addetti".

Lo scenario rimane dunque incerto, ed i piccoli esercizi continuano a veder erose le proprie quote di mercato mentre spicca la crescita degli acquisti online: il commercio elettronico segna in valore un +7,4% ad aprile rispetto allo scorso anno. Una crescita continua per gi acquisti online: secondo nostre stime, lieviteranno del +13% nel corso del 2024, a cui corrisponde, invece, un rischio desertificazione commerciale sempre più forte per le economie dei nostri territori. Nei primi tre mesi del 2024, rileviamo infatti la scomparsa di quasi diecimila imprese del commercio al dettaglio, per una media di oltre quattro negozi in meno ogni ora. Per questo serve una nuova politica europea, oltrechè nazionale, in grado di fornire strumenti adeguati a sostegno delle imprese di prossimità, mirate a creare un ambiente più equo e competitivo, garantendo pari condizioni fiscali e il rispetto delle norme poste a tutela della concorrenza, ponendo fine agli enormi squilibri rispetto alle grandi piattaforme digitali.


I dati sulle vendite al dettaglio in Italia continuano ad essere ancora negativi, afferma il Codacons. “Al di là delle variazioni registrate ad aprile, su cui incide l’incremento delle vendite di marzo legate alla festività di Pasqua, è innegabile che nel 2024 l’andamento del commercio sia deludente – spiega il presidente Carlo Rienzi – Nella media dei primi quattro mesi dell’anno, infatti, le vendite diminuiscono in volume del -1,2%, mentre crescono in valore del +0,9% rispetto allo stesso periodo del 2023”.

“Numeri che attestano come il caro-prezzi degli ultimi due anni continui ancora oggi ad influire sulla spesa delle famiglie, che spendono di più per acquistare meno rispetto al passato – prosegue Rienzi – Archiviata l’emergenza energia, crediamo ci siano le condizioni per ottenere una riduzione dei prezzi al dettaglio, unica speranza per far ripartire i consumi in Italia”.


L'Unione Nazionale Consumatori parla di "doccia fredda per il Paese. Dopo i dati dopati di marzo delle vendite alimentari in volume, decollate del 3,6% sull'anno precedente grazie alla Pasqua caduta quest'anno in marzo, insomma un miraggio dovuto al calendario, ora si torna alla dura realtà e le vendite si raffreddano, scendendo dello 0,9% sul mese precedente e del 7,3% su aprile 2023. Sia chiaro, però, che il dato negativo non riguarda solo le vendite alimentari. Quelle non alimentari in volume, infatti, sono stabili su aprile 2023. Insomma, il Paese è fermo e le vendite restano al palo se si considerano i dati scorporando l'effetto del calo dell'inflazione" afferma il Presidente Massimiliano Dona.

Secondo lo studio dell'associazione, se si traduce in euro il calo dei volumi consumati su aprile 2023, le spese alimentari per una famiglia media scendono su base annua di 422 euro a prezzi del 2023. Una coppia con 2 figli acquista 587 euro in meno di cibo, mentre per una coppia con un figlio sono 532 euro in meno per mangiare.


Sulle vendite al dettaglio di aprile pesa “l’effetto Pasqua”, con la festività caduta quest’anno nel mese di marzo, sottolinea Assoutenti, commentando i dati sul commercio diffusi oggi dall’Istat.

“Sulla pesante flessione delle vendite, che ad aprile scendono su anno del -1,9% in valore e -3,3% in volume, gioca un ruolo decisivo la diversa collocazione della Pasqua, ma l’andamento dei consumi continua ad essere deludente – spiega il presidente Gabriele Melluso – Se ad aprile le vendite alimentari crollano per effetto delle feste cadute quest’anno a marzo, quelle non alimentari rimangono al palo in volume, e crescono in valore del +0,6% per effetto del rialzo dei prezzi al dettaglio”

“Per questo sollecitiamo ancora una volta il Governo ad intervenire adottando misure tese ad accelerare la discesa dei prezzi al dettaglio, combattere le speculazioni e tutelare il potere d’acquisto delle famiglie, in modo da far ripartire i consumi e sostenere commercio ed economia” – conclude Melluso.

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