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Francia, respinta la mozione di sfiducia al governo Bayrou

ha ricevuto solo 131 voti sui 288 necessari

Economia
Francia, respinta la mozione di sfiducia al governo Bayrou
(Teleborsa) - L'Assemblea Nazionale francese ha respinto la mozione di sfiducia presentata dalla sinistra di La France Insoumise (Lfi) e dai Verdi per rovesciare il governo guidato dal conservatore François Bayrou. A Parigi, il governo Bayrou può dunque tirare un sospiro di sollievo. La mozione è stata votata solo da 131 deputati, molto lontano dai 288 necessari per far cadere il governo. Ad aderirvi, oltre a Lfi e a quasi tutti gli ecologisti e i comunisti anche 8 socialisti su 66. Tutto il resto, dal RN (Rassemblement National) di Marine Le Pen al PS, hanno bocciato Mélenchon. Anche se Olivier Faure ha sottolineato che il PS "continua a far parte dell'opposizione" e che il cosiddetto "patto di non sfiducia" stipulato con Bayrou non è più valido.

Nel suo discorso in aula, il segretario socialsita, Olivier Faure, ha rifiutato di aderire all'iniziativa, difendendo l'idea di una "gauche che propone e va avanti". Faure ha tuttavia avvertito che un voto di sfiducia resta "possibile in ogni momento" e ha ribadito l'auspicio che il Parlamento abbia "l'ultima parola" sulla contestata riforma delle pensioni. Faure ha chiarito che il PS "continua a far parte dell'opposizione" e che il cosiddetto "patto di non sfiducia" stipulato con Bayrou non è più valido.

Bayrou potrebbe, così, aver guadagnato almeno 3 mesi di vita per il suo governo, quelli necessari alle parti sociali per riesaminare e possibilmente migliorare la riforma delle pensioni. Nonostante le parole di Faure, la sinistra esce spaccata: il Nuovo Fronte Popolare (NFP) non potrà probabilmente più contare sui socialisti. Mathilde Panot, subito dopo l'annuncio dei risultati del voto in aula, ha gridato ai socialisti di essersi posizionati "al fianco di Emmanuel Macron". E Mélenchon ha aggiunto: "Avete spaccato il NFP, ma siete soli a capitolare. La nostra lotta continua".

Bayrou ha annunciato soltanto che "la strada è stata sgomberata". Il braccio destro di Mélenchon, Manuel Bompard, aveva presentato in aula la mozione minacciando con parole aggressive il premier: "Lei ha un contratto a tempo determinato, ha i giorni contati". Faure, illustrando la posizione del partito socialista – i cui dirigenti sono rimasti in riunione a porte chiuse fino all'ultimo momento prima del dibattito – ha rivendicato di rappresentare "una sinistra che propone e che va avanti" e si è finalmente detto soddisfatto delle concessioni "strappate a Bayrou sulla giustizia fiscale, sull'educazione nazionale (rinuncia a 4mila tagli di posti di lavoro), del rinvio in cantiere della riforma delle pensioni. Ha avvertito "restiamo all'opposizione", riservandosi "in qualsiasi momento" la possibilità di sfiduciare il governo.

Al momento di votare, soltanto 8 deputati su 66 hanno votato la mozione di sfiducia. Bompard ha incassato il colpo e alla fine ha detto: "I socialisti si sono isolati nella sinistra, sono passati dalla parte degli avversari. Ma la partita è soltanto rinviata".

L'importanza della posizione dei socialisti è cruciale. A inizio dicembre, il governo di Michel Barnier cadde per una mozione di sfiducia presentata dal Nuovo Fronte Popolare e votata anche dal RN di Marine Le Pen.

Adesso l'attenzione e le pressioni si spostano sull'accoglienza che sarà riservata alla manovra finanziaria che Bayrou si appresta a finalizzare e soprattutto al delicatissimo capitolo del bilancio della Sécurité Sociale. Se il premier sarà costretto a ricorrere al 49.3, l'articolo che consente di far passare una legge senza votazione in aula ma soltanto mettendo ai voti la fiducia, l'equilibrio trovato potrebbe subito saltare.

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