Prezzi in marginale crescita per l l’Heating Oil, che è stato sostenuto perlopiù dall’ascesa del prezzo del petrolio, che ha toccato massimi oltre i 50 dollari al barile.
A sostenere le quotazioni, in un periodo di bassa domanda stagionale, ha contribuito anche l’assottigliamento delle scorte superiore al previsto, in vista dell’aumento estivo dei consumi per la produzione di energia
L’ottava termina così con il contratto di giugno sul heating oil a 1,494 dollari al gallone, in rialzo di appena lo 0,27% rispetto ai livelli del la settimana precedente di 1,49 dollari, dopo aver toccato un massimo di 1,521 ed un minimo di 1,463.
Dall’ultimo report settimanale sulle scorte del Department of Energy americano emerge che le scorte di distillati hanno evidenziato un forte calo nella settimana al 20 maggio. Gli stocks sono scesi infatti di 1,3 mln di barili, superiore agli 1,1 milioni attesi, attestandosi a 150,9 MBG. Tale livello risulta ancora in aumento di 22 mln rispetto alla stessa settimana dell’anno precedente. La riduzione delle scorte è derivata da quella registrata dalle componenti ultra low solfur (heating oil) pari a 1,5 mln a 132,5 MBG e high solfur di 0,2 mln a 11,9 MBG, mentre sono salite quelle delle componenti low solfur (diesel) di 0,4 mln a 6,5 MBG.
Il monitoraggio del prezzo del heating oil è stato sospeso dall’EIA con l’entrata della stagione primaverile e verrà riavviato come ogni anno in autunno, il 1° ottobre.

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