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Armageddon


Il rialzo del differenziale dei titoli italiani sul Bund tedesco, a ridosso dei 500 punti, converge su un quadro politico istituzionale dove è impossibile non cogliere segnali di logoramento, causato dalla pervicacia nel ritenere funzionale ed efficace la strategia anticrisi fin qui adottata, anche se i numeri parlano diversamente.

Solitamente, in qualsiasi manifestazione della vita, quando ci si rende conto che una scelta adottata non produce gli effetti desiderati, si modifica. Per quanto riguarda l'economia, invece, vige l'assoluto rispetto del dogma, meglio se filo-tedesco, salvo apportare modifiche in corsa e comunque in grave ritardo, quando i mercati dipingono tutt'altra realtà.

Troppo tempo è passato e troppe colpe, malgrado un'indissolubile fondo di verità, sono state date alla Grecia, alla Spagna e all'Italia. Non si è pensato minimamente di mettere in discussione la ragion d'essere di un'Europa pangermanica e il basso livello di credibilità raggiunto, questo sì primaria ragione della diffusione del contagio. Euro clone del marco tedesco, al centro di un sistema monetario che in 10 anni di stravolgimenti provocati dalla globalizzazione si è mantenuto identico a sé stesso; rigido e inflessibile in pieno contrasto con le regole auree dell'economia e sballottato dalle reciproche diffidenze tra i singoli Stati dell'Unione. Un'Unione appiattita sul modello teutonico di grande rigore che però i mercati prendono a sassate, proprio perché non risolutivo, senza un progetto credibile di crescita duratura.

Su tutto questo incombe la collera dello stato sociale e dopo la Grecia è ora la Spagna a manifestare contro la furia cieca del rigore economico, ma da quell'orecchio la Merkel sembra proprio non sentirci, presa com'è a finanziare il proprio debito a tassi ridicoli e a rilanciare l'export in forza dell'Euro debole.

Si potrebbe parlare di assenza di solidarietà o tardivi interventi, peraltro pasticciati e maldestramente comunicati, fatto sta che l'Euro si sta disgregando, offrendo un'opportunità irripetibile alla speculazione e l'Europa, come Istituzione unica e indivisibile, resta un'utopia. E' irragionevole continuare a giocare con l'Euro, nominandolo invano, pretendendo che il prezzo della crisi venga pagato solo dai Paesi mediterranei, come se questi dovessero scontare chissà quale peccato originale. Il gioco di rimando tra i fautori di un' Europa pangermanica e quelli meno virtuosi sta facendo emergere una profonda spaccatura nell'architettura stessa della logica europeista e i mercati, nasando un clamoroso bluff, sono pronti a far vedere a tutti di che morte dovremo morire. Tutti, nessuno escluso.
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