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ISIS. Il sentiero ideologico tracciato dagli USA

Da dove salta fuori l'ISIS?

Fino a pochi mesi era un'organizzazione sconosciuta, mentre oggi sembra il male assoluto più pericoloso per l'Occidente, per la dichiarata volontà di creare un califfato in tutta l'area medio orientale, da usare come piattaforma per contrastare i paesi occidentali.

La verità però è in parte sorprendente, perché l'ISIS nasce in Siria nell'ambito della guerra condotta per rovesciare il regime di Assad, sul coagulo di truppe alimentate ed organizzate dall'esterno. E l'organizzatore più attivo nell'aggregare queste forze, drenate dagli eserciti nomadi che hanno combattuto prima in Libia e poi in Iraq, sono sicuramente gli Stati Uniti.

Nel gestire la diplomazia e la grande politica internazionale non sempre si usano metodi leciti, non sempre il gioco è a carte scoperte. Bisogna avere la forza di guardare sotto la propaganda che cerca di orientare l'opinione pubblica.

In questo caso è evidente che gli Stati Uniti hanno usato forze che non sono molto distanti da Al Qaeda, cioè ad organizzazioni che gli stessi americani hanno combattuto dall'11 settembre in avanti, per tentare di rovesciare un regime non considerato amico.

Il problema è che quando si usano queste forze, fornendo potere, determinazione e tecnologie, è elevatissimo il rischio che possano sfuggire al controllo: proprio quanto sta accadendo adesso tra Iraq e Siria, con l'ISIS.

Quelli che erano buoni amici quando attaccavano la Siria di Assad, sono diventati nemici cattivi quando hanno attaccato il regime iracheno, filo americano.

Questo ha generato una situazione piuttosto imbarazzante, cosa fa l'Occidente e, in particolare gli Stati Uniti? A parole combattono l'ISIS, ma militarmente stanno combattendo solo in modo parziale l'organizzazione jihadista, sicuramente con forze sul campo molto minori rispetto a quelle usate per combattere Saddam Hussein prima e Gheddafi poi.

Proprio perché, dietro alla propaganda, il ruolo degli Stati Uniti è stato determinante nel creare tutto ciò.

Documenti resi pubblici dall'ex agente della National Security Agency, Edward Snowden, dimostrano come siano stati la CIA e il Mossad, il servizio segreto israeliano, ad addestrare e ad armare l'ISIS. Un'operazione segreta nominata in codice "Nido dei calabroni".

Fotografie scattate nel 2013, ritraggono il senatore Usa McCaine, ambasciatore ombra del governo americano, seduto a trattare con alti esponenti dei ribelli siriani e con Abu Bakr al Baghdadi, che diventerà poi il leader ispiratore, ideologico e militare dell'esercito dello Stato Islamico, l'ISIS.

L'unica soluzione per proteggere lo Stato ebraico è quella di "creare un nemico alle sue frontiere, ma indirizzarlo contro gli Stati islamici che si oppongono alla sua presenza", si legge su un documento della CIA. Al Baghdadi, leader ispiratore dell'ISIS, è stato detenuto nel carcere di Guantanamo tra il 2004 e il 2009. In quel periodo CIA e Mossad lo avrebbero reclutato per fondare un gruppo capace di aggregare jihadisti di vari Paesi in un unico luogo, tenendoli lontani da Israele. L'obiettivo era quello di creare un esercito ad elevato grado di mobilità, che potesse rovesciare il regime siriano di Assad. Non sono riusciti nell'intento, ma sono alla fine sfuggiti al controllo degli americani.

A giugno di quest'anno l'ISIS ha sbaragliato le truppe governative irachene e si è impiantato nel nord del paese attaccando i confini siriani.

È stato un fallimento. "Abbiamo fallito nel voler creare una guerriglia anti Assad credibile. Era formata da islamisti integralisti e da laici moderati. Il fallimento di questo progetto ha portato all'orrore a cui stiamo assistendo oggi in Iraq". Ha dichiarato l'ex segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, in una intervista rilasciata a Jeffrey Goldberg del giornale web "The Atlantic".

Una coda lunga che arriva fino all'attacco al giornale satirico francese Charlie Hebdo, marchiato in tutta fretta con l'etichetta di "11 settembre europeo".

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