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Serve Atlante o Ercole?

Colpe e fatiche delle Banche italiane

E' stato varato un Progetto, denominato Atlante, che dovrebbe aiutare il sistema bancario ad uscire dalle secche in cui si trova, tra ricapitalizzazioni ostiche al mercato e crediti in sofferenza.

Come spesso accade, si è atteso troppo ed infine si è fatto troppo poco: le banche più grandi, in questi anni hanno proclamato che non avevano bisogno di alcun intervento di sistema. Se la sarebbero spicciata da sole, a vendere i crediti in sofferenza. Eppure sono loro ad avere ancora i portafogli più pesanti da svuotare.

Poi, ci si sono messi il Governo, la Banca d'Italia e la BCE, tutti insieme: le Popolari si devono quotare, il credito cooperativo deve fare sistema, le banche devono fondersi per dare vita a nuove aggregazioni. Sul mercato, così, tutto sarebbe finalmente più trasparente e più solido.

In pratica, tanto la Popolare di Vicenza che Veneto Banca sono state messe alle strette: svalutare i crediti, tagliare la garanzie, ricapitalizzare. Tutto senza nessuna ciambella di salvataggio, anzi. Mentre le banche europee ed americane sono state assistite tempestivamente da colossali finanziamenti pubblici per affrontare gli esiti della crisi e le situazioni di insolvenza, in Italia abbiamo fatto di tutto perché il credito bancario si deteriorasse: a partire dal 2011, ma con una stretta feroce che era già iniziata nella primavera del 2008 per “mettere in sicurezza i conti pubblici”, le successive manovre fiscali a raffica, unite al blocco degli stipendi e della contrattazione salariale, hanno fatto precipitare l'Italia in recessione fino al 2015.

Scopi e promotori del Fondo AtlanteSono stati persi milioni di posti di lavoro, centinaia di migliaia di aziende sono fallite, altrettante partite Iva hanno chiuso: tutto serviva a ridurre i prezzi ed il costo del lavoro, per essere più competitivi verso l'estero. Anche l'IVA è stata aumentata, per rendere più care le merci importate e più vantaggiose quelle esportate sui mercati esterni alla Unione europea. C'è crisi dappertutto e questa strategia si sta dimostrando un fiasco completo.

Il sistema bancario, intanto, ha chiuso gli occhi: i suoi vertici si sono illusi che questi salassi avrebbero fatto danni solo alle famiglie, ai lavoratori ed alle piccole e medie imprese. Le banche si sentivano comunque garantite dal valore degli immobili su cui avevano iscritto le ipoteche, dai pegni presi sulle azioni e sui capannoni. Erano i debitori a dover soffrire. Sempre più velocemente, invece, le sofferenze sui crediti sono cresciute e le garanzie si sono svalutate: chi stava ai piani alti e pensava che la piena avrebbe fatto danni solo agli altri, ha cominciato a capire che avrebbe passato un guaio. Niente paura, però, ancora una volta: ci avrebbe pensato, ancora una volta, il mercato. Tanto, c'è un fiorente mercato anche delle sofferenze: si comprano al 20% del valore del credito originario, la banca ci rimette un altro 30% dopo averlo svalutato già del 50%, e si ricomincia il girotondo. Basta chiedere al governo di abbreviare le procedure di esecuzione giudiziaria: non paghi tre rate del mutuo e ti vendono casa! E magari, dopo aver pagato, regolarmente ed interrottamente, per anni ed anni.

Dall'inizio dell'anno, però, in Borsa l'incantesimo si è rotto: in tutta Europa, il comparto bancario è sotto pressione con perdite medie tra il 35% ed il 45%. Il momento è dei peggiori per procedere ai progetti di fusione ed alle ricapitalizzazioni da effettuare entro poche settimane: può essere un bagno di sangue, se non si trovano i sottoscrittori; in tutti i casi si devono liberare i bilanci dalle sofferenze in portafoglio.

Ecco che spunta Atlante, una soluzione cooperativa, in cui le banche più grandi e solide danno una mano alle altre per evitare salti nel buio.

Atlante fu condannato a reggere sulle spalle il peso della intera volta celeste per essersi alleato con Cronos nell'assalto agli Dei dell'Olimpo. Le banche italiane pagano per una colpa altrettanto grave: sono state le prime sostenitrici della politica fiscale europea e nazionale che in questi anni ha demolito l'economia reale, ha punito i proprietari di case, ha vessato cittadini, imprenditori e professionisti.

Ma oggi la vera sfida è quella di ripulire i bilanci delle banche dalle sofferenze bancarie senza fare altri danni, senza provocare altri fallimenti tra le imprese: ci vorrebbe Ercole, che nella quinta delle sue dodici fatiche, fu sfidato a ripulire in un solo giorno le stalle di Augia.

Sulle banche italiane incombono ora le colpe di Atlante e le fatiche di Ercole.

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