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Autoribaltiamoci!

Il Fronte di Conservazione Nazionale è pronto a tutto, pur di evitare...

C'è una scadenza che fa paura all'establishment politico italiano, quello che considera la Lega di Matteo Salvini come una vera e propria peste bubbonica ed il Movimento 5 Stelle un fenomeno effimero, da riassorbire lestamente.

Gli eredi inconsolabili della Prima Repubblica e gli orfani della Seconda, sono disposti a tutto pur di evitare che il successore dell'attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sia eletto da una maggioranza giallo-verde. Sarebbe dunque un disastro epocale, una catastrofe politica peggiore della caduta del Muro di Berlino.

La data è quella del 3 gennaio 2022, quando per Costituzione il Presidente della Camera dei Deputati dovrà convocare le Camere riunite in seduta comune, integrate dai rappresentanti delle Regioni, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. I continui successi della Lega nelle elezioni regionali la rafforzano, soprattutto in questa prospettiva. Questa data, si badi bene, cade all'interno della legislatura in corso, la cui scadenza naturale arriva al 22 marzo 2023.

D'altra parte, andare alle elezioni con questa legge elettorale, l'Italicum, che fissa il premio di maggioranza con il 40% dei voti, assicurando così il 55% dei seggi alla Camera, sarebbe davvero una follia: se la Lega dovesse farcela, rosicchiando altri voti a quel che resta di Forza Italia, farebbe tutto da sola.

E così, si devono aprire i giochi adesso, per mandare la Lega all'opposizione, chiudendola in un angolo da cui non potrà più nuocere. Il Movimento 5 Stelle verrebbe usato come leva: si devono acuire il più possibile i dissidi all'interno della attuale maggioranza, usando anche i brandelli della vecchia Lega Nord, quella di Bossi per intendersi, che non ha mai abbandonato il disegno di una Italia a due velocità.

Le Regioni del Nord dell'Italia, il territorio che fu occupato dai tedeschi durante l'ultima guerra, che arrivava fino alla Linea Gotica, deve smarcarsi da Roma. L'autonomia differenziata serve ad acquistare maggiore potere e maggiori risorse. Il resto dell'Italia si arrangi come può.

La strategia dello sganciamento del Nord dell'Italia, per agglutinarlo sempre di più al sistema tedesco, e dunque rafforzando ulteriormente i legami economici e produttivi già solidissimi, è ben nota e collaudata. Ora si salda con quella dell'establishment francese, che non può tollerare un fronte politico che saldi insieme il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen e la Lega di Matteo Salvini.

L'asse franco-tedesco supporta dunque a pieno gli sforzi del Fronte di Conservazione Nazionale: tentare l'autoribaltone.
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