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Coronavirus come Chernobyl?

Un'epidemia dalle conseguenze politiche ed economiche imprevedibili

Speriamo bene, ma non ne sappiamo molto di questo Coronavirus.

Le informazioni sovrabbondano ma sono ripetitive. Le illazioni invece si accavallano: più si legge e meno si capisce.

E' poi sostanzialmente inutile leggere le dichiarazioni ufficiali sulla evoluzione della epidemia: manifestano preoccupazione ma allo stesso tempo sono tranquillizzanti. Chi governa non può fare altro che invitare alla cautela, lasciando alle autorità sanitarie il compito di individuare le misure da prendere. Il contagio avverrebbe per via diretta, da persona a persona, o attraverso cibi e bevande contaminate.

C'è un alone di mistero, perché tutto il mondo delle ricerche sugli agenti patogeni, soprattutto quelli modificati geneticamente, è caratterizzato da una segretezza che va oltre la necessaria cautela volta ad evitare incidenti di laboratorio, che pregiudichino innanzitutto la salute dei ricercatori ed il diffondersi degli organismi nell'ambiente circostante.

La guerra batteriologica, interdetta dalle convenzioni internazionali, non esclude che per ragioni difensive si facciano continui esperimenti di laboratorio.

Ci sono attività farmaceutiche volte a creare vaccini procedendo anche alla modificazione dei ceppi esistenti da cui difendersi. Sono dei prototipi che la natura potrebbe creare spontaneamente nel tempo. Sembra che il coronavirus che si sta diffondendo sia stato il frutto di una manipolazione genetica di laboratorio effettuata in Cina: d'altra parte, è da lì che provengono con cadenza regolare le influenze stagionali di origine animale che hanno manifestato negli ultimi venti anni una pericolosità crescente. Pare che stavolta il virus si nasconda, sia irrintracciabile nel sangue di coloro che sono stati contagiati per tutto il periodo della incubazione, e che si manifesti solo insieme ai sintomi febbrili della malattia polmonare: davvero un guaio. Non si può fare neppure una quarantena mirata.

Il fatto è che ormai ci sono malati in giro per tutto il mondo, e non solo nella Provincia cinese in cui si ritiene che il focolaio abbia preso vita, significa che non si tratta assolutamente di un evento locale. I due turisti cinesi che sono stati diagnosticati a Roma avevano già compiuto in comitiva un lungo giro nelle città del nord dell'Italia: nessuno può andare a fare un check-up o a mettere in quarantena tutti coloro con i quali abbiano avuto rapporti diretti, nei bar o negli alberghi, oppure su un autobus.

Non c'è da fare altro che da aspettare, per vedere la evoluzione quantitativa e geografica del morbo. Può avere dinamiche esponenziali o più ridotte a seconda della tempestività con cui si è provveduto all'isolamento delle persone potenzialmente contagiate. Nel frattempo si studiano i vaccini, ma ci vorranno almeno tre mesi.

Le conseguenze economiche di quanto sta accadendo potrebbero essere pesanti: se in Cina è già prevedibile un rallentamento della crescita economica di circa un punto percentuale, ancora più negative potrebbero essere le ricadute sulla logistica mondiale. Il blocco dell'attività di alcune fabbriche cinesi può interferire pesantemente sui rifornimenti all'estero di componenti. Non è casuale il fatto che un dirigente della catena della produzione di Apple abbia dichiarato alla Nikkei Asian Review che la situazione derivante dallo scoppio del coronavirus in Cina «potrebbe influenzare il piano di produzione pianificato».

E' un banco di prova per la globalizzazione economica ed ancor più per le sfide continue sul piano delle ricerche genetiche manipolatorie su agenti patogeni. Milioni di vite sono messe a rischio: nessuno sa se la colpa è dei tradizionali mercati cinesi, in cui si vendono animali vivi che trasmettono malattie, oppure della imprudenza di alcuni ricercatori.

Gli esperimenti nucleari a Chernobyl, che furono condotti forzando oltre misura la resistenza della centrale, portarono ad un disastro che contribuì non poco al disfacimento dell'URSS. Qui siamo di fronte ad una globalizzazione dei rischi sanitari, incalcolabili per via della della dimensione dei fenomeni e della velocità con cui si trasmettono da un continente all'altro.

Un'epidemia dalle conseguenze politiche ed economiche imprevedibili.

Coronavirus come Chernobyl?
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