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Gas, tutti soffiano sul fuoco

Ci attende una crisi geopolitica dai risvolti imprevedibili


A guardare con compiacimento questa crisi c'è naturalmente anche Bruxelles: cinicamente, come tutti gli altri protagonisti, l'Unione europea attende il collasso dei singoli Stati per ergersi come unica istanza capace di risolvere i problemi. E' una partita ad altissimo rischio, perché i movimenti sovranisti non saranno assolutamente disponibili a questa prospettiva.

Naturalmente, anche la Gran Bretagna sguazza in questo caos: che abbia già un'inflazione alta, lo deve alle conseguenze della Brexit ed alle difficoltà logistiche e commerciali che sono state determinate dal confine-ombra che è stato creato tra l'Irlanda del Nord e la Gran Bretagna. Ma ora può nascondere il caos interno ed approfittare del conflitto in Ucraina per rimettere le mani sulle vicende europee da cui si era autoesclusa.

Ci sono poi gli ambientalisti, che considerano imperdibile questa occasione della crisi energetica europea per accelerare la transizione verso le fonti rinnovabili: non a caso, hanno sempre considerato la leva dei prezzi come indispensabile per obbligare i cittadini e le imprese ad utilizzarle.

Ma sono i gestori dei Fondi e gli amministratori delle Banche coloro che, più cinicamente di tutti, aspettano con serenità la crisi: sono pronti ad allargare le braccia, a dire che se va tutto a rotoli non è per colpa loro.

Nessuno ha interesse ad evitare una crisi drammatica dell'Europa, a fermare la guerra in Ucraina: tutti scommettono che saranno gli altri a perdere la partita.

L'ultima grande incognita è rappresentata dalle elezioni americane di mid-term, che si terranno l'8 novembre: può succedere davvero di tutto, sia in termini di risultati che di regolarità delle procedure elettorali. Il clima, dopo le accuse di brogli delle ultime presidenziali, è surriscaldato. Una vittoria dei Repubblicani non solo metterebbe in difficoltà l'Amministrazione in carica, ma aprirebbe in anticipo la corsa alle Primarie, con i democratici alla inevitabile ricerca di un nuovo candidato. Sulla strategia da tenere nei confronti della Russia e della Cina, e naturalmente della guerra in corso in Ucraina, non solo si aprirebbe un nuovo, tesissimo, confronto, ma soprattutto si assisterebbe allo spappolamento della linea politica adottata finora.

Ci attende una crisi geopolitica dai risvolti imprevedibili

Gas, tutti soffiano sul fuoco

(Foto: ventura69 | 123RF)
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