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I BRICS, l’Oro e la Dedollarizzazione

Oltre il fallimento di Bretton Woods e la drammatica presunzione dell'Euro


C'è un aspetto ulteriore, che riguarda i BRICS: la Cina è attualmente il più grande consumatore e produttore e mondiale di oro al mondo, seguita dalla Russia. Nelle classifiche ufficiali, il Brasile si colloca al settimo posto mentre il Sudafrica, che pure non è più leader mondiale della produzione dell'oro, sebbene secondo le stime dell'US Geological Survey detiene il 50% delle risorse aurifere del pianeta, rimanendo come secondo produttore in Africa dopo il Ghana: le sue riserve iniziano ad esaurirsi e il paese è passato all'undicesimo posto nella graduatoria della produzione mondiale. In India, il rapporto con l'oro è sempre stato un tema assai politicamente complesso: costretta ad usare la rupia coniata in argento quando era colonia britannica per lasciare il monopolio dell'oro alla sterlina, c'è sempre stata grande incetta per uso privato, con forti limitazioni legislative per evitare questa forma di tesaurizzazione mediante il divieto di produrre monili con un oro superiore ai 14 carati.

Anche oggi, tutte le Banche centrali detengono riserve auree tra gli attivi patrimoniali a fronte dei quali emettono moneta, cui si aggiungono quelle in valuta "forte": dollaro, euro, sterline, yen e di recente ed in misura limitata anche yuan. La ragione di questa pratica ha origine storiche: poiché la Banca di Inghilterra aveva una copertura garantita tra oro delle riserve e banconote in circolazione, detenere sterline significava detenere oro. Lo stesso valeva per i dollari, fino al 1971.

Ma questa relazione tra l'oro e le riserve in valuta "forte" iscritte all'attivo patrimoniale da una parte, e le emissioni di moneta che risultano al passivo delle Banche centrali non esiste più: all'attivo vengono iscritti non solo i crediti che vengono erogati alle banche a fronte della immissione di liquidità a tempo determinato, ma soprattutto i titoli di Stato che vengono comprati sul mercato in cambio delle immissioni di liquidità in via definitiva effettuate con i Qe.

La moneta non ha dunque un valore intrinseco, ma quello che deriva dalla sua accettazione: è "moneta fiat", e la forza del dollaro deriva dalla sua straordinaria accettazione a livello globale per ogni tipo di operazione, dal commercio alla finanza. Il punto è che la quantità di dollari in circolazione, ed i tassi di interesse sono decisi dalla Fed nell'interesse dell'economia americana, con l'obiettivo di aumentare l'occupazione e la crescita dell'economia stessa al massimo livello compatibile con la stabilità del valore del dollaro. Le manovre espansive o restrittive decise dalla Fed comportano dunque conseguenze per tutti gli "operatori in dollari", favorendo o penalizzando, di caso in caso, i debitori o i creditori, i compratori o i venditori.
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