(Teleborsa) -
E' scattata nuovamente la corsa ai beni rifugio, oro in particolare, dopo l'
attacco missilistico di Teheran a due basi USA in Iraq, ritorsione per l'
uccisione del generale Qassem Soleimani da parte degli Stati Uniti.
Il metallo giallo è arrivato sin sopra i 1.610 dollari l'oncia, massimo dal 2013, per poi portarsi stamane a 1.592,6 dollari (+1,17%). Le quotazioni del metallo prezioso continuano a galoppare sull'escalation delle tensioni in Medio Oriente, che potrebbero avere pesanti ripercussioni sui mercati finanziari.
In rosso, infatti, tutte le principali piazze asiatiche.
Immediata anche la reazione del petrolio, con il
WTI a 63,23 dollari al barile (+0,85%), dopo aver oltrepassato i 65 dollari nella notte. Ripiega dai massimi anche il
Brent, portandosi a 68,98 dollari (+1,03%) dal massimo di 70,83 toccato nelle primissime ore di oggi 8 gennaio 2020.