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Mutui, rate in aumento: la soluzione è il tasso variabile con cap

Lo scenario presentato dall'Osservatorio MutuiSupermarket

Economia
Mutui, rate in aumento: la soluzione è il tasso variabile con cap
(Teleborsa) - L'età dell'oro dei mutui ultra vantaggiosi sembra volgere al termine. Il motivo è duplice e la risposta risiede sia nell'inflazione sia nel conflitto russo-ucraino, che si prolunga senza per ora arrivare ad una soluzione confortante. Questo scenario ha decisamente velocizzato il rialzo dei tassi di interesse rendendo decisamente più cari i mutui a tasso fisso. Ma l'incertezza avvolge anche l'andamento dei mutui a tasso variabile: anch'essi potrebbero subire un rincaro. È quanto segnala l'Osservatorio MutuiSupermarket, il motore di ricerca e comparazione mutui gestito da FairOne.

Correzioni al rialzo – rileva l'Osservatorio – sono determinate anche dagli aggiustamenti degli spread da parte delle banche. In generale, tutte le banche stanno innalzando i tassi, alcune anche in modo significativo: è quello che ci si aspetta nel corso dell'anno, se, come è probabile, la Bce dovesse optare per un aumento dei tassi di interesse. La politica monetaria della Bce al momento non è mutata di molto, ma chiaramente subirà dei cambiamenti che sono previsti nei prossimi mesi. Nel terzo trimestre 2022 cesseranno gli acquisti di titoli di stato europei da parte della Bce, ponendo fine al lungo periodo di tassi negativi e successivamente potremmo anche assistere ad un aumento del tasso Bce al fine – si legge nel report – di ostacolare l'aumento dell'inflazione.

Sul fronte dell'offerta a maggio figurano le seguenti variazioni: BNL ha aumentato i tassi fissi tra i 30 e i 60 punti base; Banco BPM, Webank, CheBanca hanno aumentato gli spread sui mutui a tasso fisso di 10 punti base; Intesa Sanpaolo ha aumentato i tassi fissi fino a 30 punti base; ING ha aumentato gli spread dei mutui a tasso fisso fino a 15 punti base e ridotto gli spread dei mutui a tasso variabile fino a 25 punti base; Banca Sella ha aumentato i tassi fissi da 25 a 35 punti base.

Visto il forte aumento dei tassi fissi, la soluzione alternativa al mutuo a tasso variabile – secondo l'Osservatorio MutuiSupermarket – è il mutuo a tasso variabile con cap, ovvero un mutuo a tasso variabile che preveda contrattualmente un tasso di interesse massimo che non può essere superato. In questo modo, il mutuatario ha la garanzia di una rata massima certa. Ovviamente tanto più è bassa la soglia del cap tanto più il mutuo risulta tutelante dai futuri aumenti dei tassi per il mutuatario. Il cap protegge dagli aumenti eccessivi del costo del denaro, ma rappresenta una protezione significativa ed efficace solo nel caso in cui il cap sia fissato non oltre il 3%.

Analisi degli indici di riferimento – La media delle rilevazioni mensili dell'indice di riferimento per i mutui a tasso fisso IRS a 20 anni nel mese di maggio 2022 registra un aumento dello 0,27% attestandosi a 1,84%. Il minimo negli ultimi diciotto mesi è stato registrato a dicembre 2020: 0,01%. L'analogo indice per i mutui a tasso variabile nel mese di maggio 2022 registra una media di -0,42% in aumento dello 0,03%. Il minimo è stato registrato a dicembre 2021: -0,58%.

Analisi della domanda sul Canale Online – A livello nazionale, si nota che la finalità acquisto conferma di aver abbondantemente surclassato la surroga raggiungendo l'86% del totale complessivo delle domande. In riferimento all'importo, quello maggiormente richiesto va dai 100 ai 150mila euro (36%). Il tasso più richiesto è il fisso (84%). Generalmente la durata supera i 25 anni (44%). Per quanto riguarda la fascia d'età, vince quella compresa fra i 26 e i 35 anni, includendo anche quella sotto i 25 anni (46%). La classe di reddito predominante va dai 1.500 ai 2mila euro (30%).
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