(Teleborsa) - Quest’anno si prospetta una
maggiore volatilità nei mercati delle materie prime, a causa delle tensioni in Medio Oriente, del raffreddamento della
domanda cinese e degli effetti a catena dell’agenda protezionistica di Trump. Con il ritorno del controverso leader alla Casa Bianca, spiega
Aitor Méndez, Market Analyst di IG, la sua incrollabile politica “America First” dovrebbe rimodellare le dinamiche di mercato in tutti i settori. Nonostante i recenti contraccolpi, i prezzi delle materie prime rimangono resilienti, mantenendosi ben al di sopra dei livelli pre-pandemia.
L’oro punta a 3.000 dollari USAIl metallo prezioso dovrebbe essere il protagonista del 2025. Date le crescenti incertezze geopolitiche e i possibili tagli dei tassi d’interesse statunitensi all’orizzonte, i prezzi dell’oro dovrebbero raggiungere livelli mai visti prima. Il forte interesse all’acquisto da parte delle banche centrali aggiunge ulteriore slancio a questa prospettiva rialzista.
Doctor Copper: il polso dell’economia globaleMentre la transizione energetica continua a trainare la robusta domanda di rame attraverso le infrastrutture per l’energia pulita e lo sviluppo dei veicoli elettrici, non si può ignorare il ruolo del metallo come barometro dell’economia globale. Poiché il commercio mondiale si trova ad affrontare ostacoli, i prezzi del rame potrebbero subire notevoli pressioni nonostante la forte domanda fondamentale.
Greggio: tra offerta e geopoliticaIl mercato petrolifero del 2025, sottolinea l'esperto, dovrà affrontare un complesso gioco di equilibri. L’aumento della produzione non-OPEC+, in particolare negli Stati Uniti, minaccia di creare un’eccedenza di offerta. La promessa di Trump in campagna elettorale di affrontare il problema del costo della vita potrebbe accelerare questa tendenza attraverso un aumento della produzione interna. Tuttavia, le persistenti tensioni in Medio Oriente, soprattutto intorno a rotte marittime critiche come il Golfo di Aden e lo Stretto di Hormuz, mantengono vivi i rischi di rialzo. Dal punto di vista tecnico, il grafico settimanale mostra i prezzi avanzare negli ultimi due anni in un triangolo ribassista che sta esaurendo il suo spazio e minaccia un imminente
breakout. Il prezzo potrebbe fare un ultimo tentativo di testare la resistenza formata dai massimi decrescenti tra i 75 e gli 80 dollari, ma qualsiasi flirt al di sotto del livello dei 70 dollari metterebbe la quotazione ai margini del pericoloso livello dei 69 dollari, rendendo i trader molto nervosi e aprendo potenzialmente la porta a una correzione molto più ampia.
Nel 2025, conclude Méndez, la volatilità geopolitica dominerà i mercati delle materie prime. L’oro dovrebbe beneficiare del suo status di bene rifugio, mentre il petrolio naviga tra pressioni lato offerta e rischi geopolitici. Il rame, sebbene sostenuto dalla domanda di energia verde, rimane vulnerabile alle difficoltà nel commercio globale.