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BCC cuore pulsante dell'economia: numeri e peculiarità del settore

Economia
BCC cuore pulsante dell'economia: numeri e peculiarità del settore
(Teleborsa) - Negli ultimi dieci anni, le banche di credito cooperativo si sono sviluppate parallelamente al complesso del sistema bancario, mantenendo la loro caratteristica di territorialità e capillarità, che si è tradotta in un maggiore sostegno nei confronti delle famiglie e di certe categorie d'impresa (PMI e startup) e settori (agricoltura e ristorazione/alloggio), sempre a sostegno dell'economia del Paese. L'espressione di un ruolo sociale che fa perno sul rapporto di fiducia con i soci e che va oggi reinventato nell'ambito del processo di trasformazione digitale del settore, sempre mantenendo le peculiarità delle BCC.

E' quanto emerso ne corso del convegno per la presentazione del Rapporto sulle banche di credito cooperativo”, realizzato dal Centro di Ricerca sul Credito Cooperativo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, intitolato "Ieri, oggi, domani. Il ruolo del credito cooperativo al servizio del Paese".

Al convegno, organizzato da FederLUS - Federazione delle Banche di Credito Cooperativo del Lazio, Umbria, Sardegna, parteciperà tutto il sistema del credito cooperativo italiano, con gli esponenti di Federcasse, Confcooperative, Federazioni locali BCC, Gruppo Iccrea Banca, Gruppo Cassa Centrale Banca, IPS – Raiffeisen Alto Adige.

Dal rapporto è emerso che il credito cooperativo è formato da una rete capillare di oltre 200 banche presenti in tutto il Paese e, con oltre 4mila sportelli, pari al 19,6% del sistema bancario nel suo complesso. Il numero dei soci delle BCC è cresciuto costantemente passando da poco meno di 1,2 milioni a oltre 1,4 milioni a fine 2022.

Le BCC, al 30 settembre 2022, avevano realizzato impieghi per 141,6 miliardi di euro (+2,8%, superiori alla media nazionale del sistema bancario, pari al 2,2%) e una raccolta di 194 miliardi di euro (+2,7%, contro l’1,3% del sistema bancario).



"Questo rapporto ha evidenzia due dati, che sono stati richiamati anche dal Governatore della banca d'Italia Ignazio Visco: un importante ruolo nella intermediazione del credito e del risparmio delle famiglie ed in particolare delle piccole e medie imprese ed un rafforzamento del patrimonio di vigilanza delle banche stesse", ha sottolineato Maurizio Longhi, Presidente Federazione BCC Lazio Umbria Sardegna.

"Da tutto questo emerge che le banche di credito cooperativo - ha proseguitoLonghi - possono svolgere un ruolo molto importante per l'economia del nostro Paese".

Il rapporto segnala che la quota dei depositi della clientela delle BCC a settembre 2022 era pari in media al 9,82%, più alta al Nord (11,65%), più bassa al centro (9,03%) e al Sud e Isole (6,43%). La quota di depositi detenuta dalle famiglie era pari in media al 10,03% (12,22% per le famiglie consumatrici), quella afferente alle imprese al 12,16% (quella relativa alle micro imprese al 17,73%).

Anche gli impieghi delle BCC hanno visto una prevalenza a favore di famiglie e PMI, che è andata crescendo con la pandemia. La quota di finanziamento alle famiglie a settembre 2022 era pari al 9,59% e quella alle imprese l 10,50% che sale al 21,3% per la categoria delle piccole imprese e delle startup (o "quasi imprese").

Guardando alla composizione dei crediti erogati a favore delle imprese per settore di attività, si evidenzia un'attenzione particolare delle BCC nei confronti dei settori dell'Agricoltura e pesca (quota BCC alll'11,66% contro il 5,44% del sistema bancario nel complesso) e del settore alloggio/ristorazione (BCC al 10,18% sistema bancario al 4,76%). La quota di finanziamento a favore dei settori Agricoltura e Ristorazione è cresciuta progressivamente dal 2016 al 2022, raggiungendo rispettivamente il 22,49% ed il 22,43%. Seguono le costruzioni (13,75%) ed il commercio (11,02%).

Le BCC vantano anche una solidità patrimoniale in media più alta del settore bancario. Il CET1 delle banche di credito cooperativo è in media al 21,64% contro il 14,8% del settore bancario nel suo complesso; il Tier 1 ratio delle BCC si attesta al 21,77% contro una media del 16,1% del sistema bancario.

Nel corso dell'evento è emersa anche la necessità di recuperare il valore della biodiversità economico-finanziaria e si spiega la coesistenza di diverse e alternative forme di impresa e banca. Temi al centro del rapporto presentato da Elena Beccalli, Preside della Facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Direttore del Centro di Ricerca sul Credito Cooperativo: “Il valore della prossimità del Credito Cooperativo nel contesto della transizione digitale".

La biodiversità - si sottolinea - rappresenta un valore aggiunto al sistema economico e va favorita e salvaguardata anche attraverso adeguate politiche economico-finanziarie. Una esigenza che confligge con ’approccio "one size fits all" che poggia sulla massima armonizzazione in ambito europeo ("same business, same risk, same rules") e su un paradigma economico dominante basato sull’esclusivo perseguimento dell’efficienza economica e la spinta verso la ricerca di economie di scala.

Il carattere mutualistico e comunitario del credito cooperativo è quindi all’essenza della biodiversità del sistema bancario. Diverse evidenze empiriche mostrano un ruolo positivo del credito cooperativo nel ridurre le disuguaglianze e nel favorire lo sviluppo delle comunità locali.

Il rapporto ricorda che, connaturato sin dalle origini alle banche di credito cooperativo, è l’esercizio del “credito di relazione” (relationship banking nella letteratura anglosassone), che le qualifica e contraddistingue rispetto alle banche tradizionali e favorisce una relazione d’elezione con il territorio, o meglio le comunità, di riferimento. Una specificità che assume un particolare significato ed un ruolo e una funzione strategici in contesti caratterizzati dalla presenza prevalente di microimprese e PMI, come nel panorama italiano.

Presupposto naturale del credito di relazione è la prossimità, ossia la vicinanza geografica e la forte relazione con il territorio di riferimento, che torna ad essere considerata positivamente in quanto fattore in grado di favorire stabilità, inclusione finanziaria e coesione sociale.

Il tema della prossimità diviene ancora più sfidante alla luce delle trasformazione digitale che sta interessando il sistema bancario, soprattutto post pandemia (nascita di fintech e bigtech), ed incentivando ingenti investimenti. Una trasformazione che introduce il tema della "prossimità a distanza", vale a dire come interpretare in chiave innovativa la prossimità introducendo tecnologie digitali o modelli di servizio in cui il cliente è a distanza, ma senza rinnegare una delle peculierità del credito cooperativo che è il rapporto di fiducia con il cliente/socio.
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