(Teleborsa) -
Si allarga la protesta dei lavoratori del settore auto in USA. Dopo le storiche sorelle - Ford e GM - anche i
dipendenti americani di Stellantis si uniscono alla protesta, portando a 40mila il totale di tute blu in sciopero
da ormai sei settimane per ottenere aumenti salariali.
Alla protesta avviata dalla
UAW - United Auto Workers, il principale sindacato americano del settore, si sono uniti ora anche i 6.800 lavoratori dello
stabilimento Stellantis di Sterling Heights, in Michigan, dove si producono i
pickup RAM 1500.
"Al momento,
è di Stellantis la peggiore proposta sul tavolo relativa agli adeguamenti salariali, agli aggiustamenti per il carovita, ai salari dei lavoratori con contratto a termine e alle conversioni di contratti a tempo determinato", spiega una nota del sindacato, pubblicando un video dell'
adesione allo sciopero dei lavoratori dello stabilimento.
I Presidente della UAW
Shawn Fain aveva sperato di
chiudere la vertenza entro il 20 ottobre, ma era chiaro che per raggiungere questo obiettivo doveva coinvolgere anche altri stabilimenti ed in particolare quelli di
Stellantis. Il Ceo Carlos Tavares è riuscito nell'intento di migliorare la gestione
riducendo i costi, anche in vista dl maggior costo delle auto elettriche (il 40% in più) e, quindi, oggi circa i
l 12% della forza lavoro è formato da
lavoratori a tempo determinato sottopagati.
Lo
"Stand Up Strike" lanciato dalla UAW nel settore automotive è un nuovo approccio allo sciopero. È la prima volta che il sindacato
colpisce tutte e tre le grandi case automobilistiche contemporaneamente. Ma invece di far sollevare tutti i 150mila lavoratori del settore contemporaneamente,
la UAW invita solo alcuni stabilimenti a "sollevarsi" e scioperare. Lo sciopero è iniziato il 15 settembre con uno sciopero contro tre stabilimenti di assemblaggio nel Michigan, Missouri e Ohio. Da allora si è ampliato fino a comprendere sette stabilimenti di assemblaggio e 38 centri di distribuzione di componenti in 22 stati.
"Abbiamo ancora carte da giocare e loro hanno soldi da spendere", ha affermato Fain, dopo aver ricordato che nell'ultima decada, le case d'auto si sono arricchite, generando complessivamente 21 miliardi di profitti durante i primi sei mesi di quest'anno.