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Euro sì, Euro no

Un bilancio amaro a 15 anni dalla sua introduzione

La proposta di Savona e La Malfa pone una alternativa: o la Germania torma al marco, rivalutandolo, ovvero bisogna tornare ad un sistema di cambi fissi ma flessibili: in ogni caso, è la fine dell'euro.

La prospettiva che viene avanzata da Savona e La Malfa non è quella di una uscita solitaria dell'Italia dall'euro, evento che avrebbe ripercussioni difficilmente gestibili, ma di un ripensamento complessivo della unione monetaria basata sull'euro.

L'euro si trasformerebbe in una valuta di riferimento, come lo sono i Diritti speciali di prelievo all'interno del FMI, con un valore che dipende da quello delle monete che lo compongono, rapportate al peso nel paniere.

Euro e GermaniaIl punto da risolvere è uno solo: evitare che il peso del riaggiustamento di uno squilibrio sull'estero sia pagato solo da chi è in passivo, come avviene con le svalutazioni classiche. L'Italia, ad esempio, ha una bilancia commerciale che nel suo complesso è in attivo, ma questo risultato è il frutto di situazioni completamente diverse, visto che con gli Usa, la Gran Bretagna e la Francia esportiamo molto più di quanto non importiamo, mentre accade il contrario nei confronti della Germania e della Cina. Guarda caso, verso i due Paesi che vengono accusati di usare il cambio in modo scorretto.

Devono essere i Paesi che hanno un avanzo commerciale strutturale, principalmente Germania e Cina, a comprare di più: devono smetterla di accumulare attivi commerciali che usano come strumento di colonializzazione finanziaria.

Il commercio internazionale deve essere libero, ma equilibrato. Il commercio deve servire ai popoli per scambiarsi beni e servizi al presso più conveniente, non deve servire per accumulare ricchezze, sfruttando lo strumento delle monete.

A 15 anni dalla sua immissione sul mercato, l'euro dimostra di essere stato un fallimento: invece di aumentare il grado di cooperazione, il tasso di crescita e la convergenza, ha aumentato le disparità, rendendo alcuni Paesi debitori insolventi ed altri creditori tracotanti.

Se non si esce presto da questa trappola monetaria, con un sistema più equilibrato e flessibile, anche l'Unione europea potrebbe rivelarsi un altro sogno infranto.

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