Facebook Pixel
Milano 24-apr
34.271,12 0,00%
Nasdaq 24-apr
17.526,8 +0,32%
Dow Jones 24-apr
38.460,92 -0,11%
Londra 24-apr
8.040,38 0,00%
Francoforte 24-apr
18.088,7 0,00%

Mercantilismo, lebbra planetaria

In un sistema strutturalmente squilibrato non si salva nessuno


Non basta. Le banche del Paese A, per poter erogare i crediti al Paese B, le 50 Corone che ogni anno servono al Paese B per comprare merci e servizi, hanno bisogno di sempre nuova liquidità: devono chiederla alla propria Banca centrale. Questa la fornisce a condizione di prendere come collaterali a garanzia i crediti verso il Paese B.

Tutto si ingigantisce: le banche del Paese A, che hanno prestato i fondi al Paese B, cominciano a preoccuparsi, e cercano protezione dai rischi che derivano da questi crediti. Stipulano contratti derivati: sulla valuta in cui sono stati erogati i prestiti, per evitare il pericolo di svalutazioni; sulle variazioni dei tassi di interesse, per evitare minusvalenze nel caso che i tassi di mercato salgano; e naturalmente chiedono una assicurazione sul rischio che il Paese B fallisca, attraverso i Credit Default Swap. Per ogni Corona di squilibrio commerciale, e quindi di debito, si creano altrettanti contratti derivati che coprono diversi rischi, moltiplicando in modo esponenziale le attività finanziarie.

Il sistema finanziario si accolla i rischi dei derivati, facendosi pagare una sorta di premio assicurativo: finché va tutto bene, incassa premi e distribuisce dividendi. Ma, come è successo spesso, se un Paese fa default, non riesce a pagare i creditori e fallisce a sua volta. Questa è lebbra, il contagio che si trasmette senza che ci sia difesa.

Purtroppo, c'è anche di peggio: il mercantilismo provoca epidemie planetarie, distruggendo le economie reali. Per competere in un sistema mercantilistico globale, in cui la crescita è determinata dalla capacità di vendere le proprie merci sul mercato planetario, l'economia del Paese A si struttura per produrre molto di più di quanto serve al suo consumo interno: produce per vendere all'estero. Non solo crea una eccedenza produttiva rispetto al fabbisogno interno, il che è di per sé un fattore di dipendenza dai mercati esteri, ma per battere la competizione di prezzo cerca di abbassare i salari. Questa deflazione salariale nel Paese A comporta una riduzione della domanda interna e quindi una ancor maggiore dipendenza dai mercati esteri, ed una minor domanda di merci e servizi prodotti dal Paese B. Si accentuano gli squilibri, invece di sanarli.
Condividi
"
Altri Editoriali
```