Vediamo i numeri, tirati giù dal Bollettino "Finanza pubblica: fabbisogno e debito" pubblicato dalla Banca d'Italia. Già il titolo conferma che bisogna guardare a due fenomeni diversi.
Il fabbisogno delle Pubbliche Amministrazioni è stato di 62 miliardi di euro nel 2017 e di 42 miliardi nel 2018.
Nessun aumento del deficit di cassa, dunque; anzi, c'è stata una
riduzione di 20 miliardi netti tra il 2018 ed il 2017.
Il
debito pubblico, che tiene conto delle disponibilità liquide del Tesoro presso la Banca d'Italia, è passato dai 2.263 miliardi di fine 2017 ai 2.317 miliardi di fine 2018:
è aumentato dunque di 54 miliardi, di cui 42 sono serviti per coprire il fabbisogno. Le disponibilità liquide sono passate dai 7 miliardi di fine 2017 ai 32 miliardi di fine 2018: il Salvadanaio del Tesoro ha accumulato ben 25 miliardi di scorta.
Andiamo a vedere che cosa è successo nel mese di gennaio 2019: il debito pubblico è schizzato, passando dai 2.317 miliardi di fine dicembre 2018 ai 2.357 miliardi di euro. Una botta da 40 miliardi secchi, in un mese solo.
Che cosa è successo?Il
Salvadanaio si è gonfiato ancora passando dai 32 miliardi di fine dicembre a 62 miliardi di fine gennaio: sono loro, esattamente i 40 miliardi di maggior debito, che
sono andati ad incrementare la scorta di cassa del Tesoro.
A gennaio, il mondo finanziario era terrorizzato per il comportamento della Fed americana: un ulteriore aumento dei tassi avrebbe creato seri problemi a chi ha accumulato debiti in dollari, provocando default sistemici. Anche Donald Trump si era infuriato.
Meglio correre a comprare titoli di Stato italiani: ed il Tesoro ne ha approfittato.
La notizia è vera, ma le considerazioni ed i calcoli effettuati in conseguenza sono assolutamente fuorvianti:
il Tesoro, oggi, ha in cassa 75 miliardi di euro di scorta, una somma enormemente superiore al deficit del 2019.
Le
finte verità sul debito pubblico fuori controllo.
Bibitari & Bufalari.
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