(Teleborsa) - Chiedono democrazia e libere elezioni in quella che sta diventando la protesta di piazza più grande dai tempi in cui la Cina prese il controllo di quello che prima era territorio della Gran Bretagna (vent'anni fa).
Né il Governo cinese né quello di Hong Kong, però, accettano queste richieste, rispondendo con gas lacrimogeni e, riferiscono alcuni manifestanti sui social network, proiettili di gomma.
E' scoppiata così, quasi inattesa, la
protesta pro-democrazia a Hong Kong, dal 1997 Regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare Cinese.
Ad iniziarla il movimento
Occupy Central with love and peace, ma a scendere in piazza sono state migliaia di persone di tutte le età.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la
decisione di Pechino di limitare a due-tre persone il numero di candidati alla carica di Chief Executive, ossia Capo del Governo di Hong Kong, in occasione delle elezioni del 2017.Si tratta di un dietrofront della Cina, che al contrario aveva promesso più autonomia.