(Teleborsa) -
Spinge ancora al ribasso l'euro, che continua a perdere terreno sul mercato valutario, per un effetto combinato di fattori, afferenti alle
politiche delle banche centrali ed al persistere di tensioni nell'ambito di Eurolandia.
La BCE ieri ha annunciato l'avvio del piano di quantitative easing, approvato lo scorso mese di febbraio, fornendo anche i
dettagli delle modalità con cui si svolgeranno gli acquisti di titoli, per un valore di 60 miliardi al mese.
Per contro,
la Fed sembra più vicina ad un rialzo dei tassi di interesse, il primo dal 2008, dopo che il
Job Report ha confermato una forte crescita dell'occupazione ed un calo del tassi di disoccupazione al 5,5%.
A queste sollecitazioni si aggiungono le tensioni derivanti dalla posizione della Grecia, dopo
l'attacco del Premier ellenico Tsipras alla BCE, a causa della crisi di liquidità in cui versa Atene.
Il cambio euro/dollaro si è attestato a 1,0856 USD, nuovo minimo degli ultimi 11 anni, bucando anche la soglia critica degli 1,09 dollari.