(Teleborsa) - I
prezzi del greggio, dopo nove mesi di calo incisivo, stanno consolidando tra quota
50 e 60 dollari al barile. Adesso sembra però incombere una
nuova paura, con l’obbligo di guardare per scorgere una nuova profonda frattura entro cui potrebbero cadere i prezzi.
Le
compagnie petrolifere stanno avvertendo che ci sarà un
nuovo prezzo da pagare, un prezzo molto più elevato, per l’intero taglio dei costi apportato per far fronte al
crollo del mercato del greggio.
I g
randi progetti pianificati negli anni scorsi per far sgorgare petrolio e gas dalle viscere delle terra in 5 o 10 anni,
sono stati annullati o messi in attesa, a causa del crollo dei prezzi. I
tagli apportati per mettere una pezza a tutto ciò ammontano a oltre
110 miliardi di dollari.
Giganti dell'energia, da
Exxon Mobil a
Royal Dutch Shell, dicono che stanno adottando un
approccio molto più cauto per l'approvazione dei progetti che costano miliardi e richiedono anni per essere completati.
“Questo è uno scenario da futuro shock petrolifero, quando una popolazione mondiale in crescita spinge sulla domanda e non c’è una fornitura adeguata”, è stato detto da molti alti dirigenti di aziende petrolifere riuniti in una conferenza sull'energia, la Energy IHS CeraWeek, tenuta ieri a Houston, Texas.
"Quello che decide oggi avrà un effetto sul futuro”. Ha detto Patrick Pouyanne, amministratore delegato di
Total, in una conferenza tenuta durante l’evento. “Rimandare la spesa per mega-progetti che di solito offrono quantità significative di petrolio o di gas avrà un forte impatto sulla domanda e questo potrebbe influenzare le forniture per tre o quattro anni. "
La domanda ha già iniziato a mostrare segni di resistenza. L'Agenzia internazionale dell'energia con sede a Parigi, la scorsa settimana ha comunicato le sue
previsioni per il 2015, sottolineando che il mondo consumerà 94,7 milioni di barili al giorno. Un incremento potenziale di quasi 1 milione di barili rispetto, allo stesso periodo nel 2014.