(Teleborsa) -
Confermato un ritorno alla deflazione per l'Eurozona a settembre, che risente della
crisi internazionale, ma soprattutto della stagnazione dei prezzi causata dal
crollo delle quotazioni petrolifere, che ha riportato la
deflazione anche gli Stati Uniti.
Tale risultato, che era stato anticipato dalla stima flash, potrebbe stimolare
nuovi interventi da parte delle banche centrali: la
BCE ha promesso a più riprese di estendere il suo
Piano di quantitatrive easing, che verrà
prolungato oltre la scadenza di settembre 2016; la
Fed si prepara invece a
rinviare il rialzo dei tassi all'anno venturo anche per effetto del rallentamento del mercato del lavoro.
Secondo l'Ufficio statistico europeo (Eurostat),
l'inflazione in Eurolandia è calata dello 0,1% su base tendenziale, come previsto dalla
stima flash e come emerso già in agosto. A livello congiunturale, i prezzi hanno segnato invece una variazione positiva dello 0,2%, come atteso.
L'inflazione depurata dai tabacchi mostra una tendenza più forte alla deflazione, con un -0,2% tendenziale.
L'inflazione "core evidenzia un incremento dello 0,9%, ben lontano dal target del 2% fissato dalla BCE.
Nell'intera
Unione Europea, l'inflazione ha mostrato un
calo dello 0,1% dopo la variazione nulla registrata ad agosto. Quella mensile è crescita dello 0,1%.