(Teleborsa) - "Faremo il piano di banda ultralarga in tutti gli altri paesi dove abbiamo la rete elettrica". Questo l'intento dichiarato dall'amministratore delegato di
Enel,
Francesco Starace, nel corso della
presentazione a Palazzo Chigi del piano sulla banda larga di Enel Open Fiber, la società costituita ad hoc per l'investimento nella banda ultralarga, che vale 2,5 miliardi.
Il piano
punta in 3 anni a coprire 224 città con la rete in fibra ultra veloce, a partire da Firenze, Genova, Napoli e Palermo. Come partner commerciali sono già stati
selezionati Vodafone e Wind, ma la compagnia elettrica non chuide le porte a nessuno.
"Stiamo dialogando con tutti, siamo aperti a tutti, anche a Telecom,", ha detto l'Ad, aggiungendo di avere in corso trattative anche con Metroweb.
Enel "non è in concorrenza con nessuno", ha chiarito il manager, spiegando che l'intento è quello di costruire la rete e metterla a disposizione di tutti.
Per quanto riguarda invece i
partner finanziari di Enel Open Fiber, questi
saranno selezionati "dopo l'estate". "Abbiamo ricevuto parecchie manifestazioni d'interesse, è presto per dirlo", ha aggiunto Starace.
Intanto il premier
Matteo Renzi ha comunicato che le
prime gare per posare la banda ultralarga nelle aree C e D, ovvero a fallimento di mercato, partiranno il
29 aprile, giorno in cui l'Italia festeggia i 30 anni dell'arrivo di Internet.
A margine dell'evento, il
numero uno di Wind Maximo Ibarra ha definito il progetto una "
grande opportunità per i cittadini ed i consumatori italiani" ed ha parlato di un servizio di banda ultralarga
"a prova di futuro". Poi, il manager ha sottolineato cher "per Wind, la collaborazione con Enel Open Fiber,
consentirà di rafforzare la propria posizione competitiva nella telefonia fissa in Italia".
Un allarme invece era giunto stamattina dai lavoratori Telecom, che hanno messo in luce le
ricadute occupazionali della concorrenza generata dalla compagnia elettrica. Sul punto è già intervenuta la controllante
Vivendi, che ha smentito ed ha precisato di avere in progetto di investire in Italia e non di mandare a casa lavoratori.